Il Palazzo Regio, noto anche come Viceregio, fu la sede storica del rappresentante del Re in Sardegna durante il periodo aragonese, poi spagnolo e infine sabaudo.
Il nucleo principale del palazzo risale fino dall’epoca pisana, e per volere di Pietro IV d’Aragona, divenne sede del Re a partire dal 1337 e, come facile immaginare, la struttura subì numerosi lavori di adeguamento e restauro nel corso delle diverse dominazioni e dello stile dei secoli successivi.
Costruito a strapiombo sulle rocce del colle di Castello, la cui facciata principale domina la piazza omonima, venne impiegato dapprima come residenza del Re ma, nel corso del tempo, vi si aggiunsero anche i gabinetti amministrativi e politici delle varie corti, come ad esempio la Reale Udienza e la Direzione della Difesa Militare dell’Isola
Dobbiamo tuttavia arrivare al periodo sabaudo per conoscere quello che sarà l’aspetto attuale del palazzo, ampiamente stravolto e rivoluzionato dagli interventi di restauro degli ingegneri militari piemontesi de Guibert e de Vincenti intorno al 1730.
In questa fase, vennero ricostruiti praticamente in modo integrale, il portale d’accesso, l’atrio ed il ben noto, soprattutto ai cagliaritani, scalone d’onore che conduceva al piano nobile.
A seguire vennero ristrutturati gli ambienti e le ampie sale del piano nobile, questa volta ad opera di Della Vallea a partire dal 1735; per quanto riguarda la facciata principale (lato Ovest) invece abbiamo una testimonianza importante data dall’iscrizione (CAROLUS EMANUEL III PROREGE D. LUDOVICO DE HALLOT COMES DE HAILES REFECIT ORNAVIT MDCCLXIX) sul portale principale, perfettamente allineato con lo scalone d’onore, datata 1769 per volontà del Vicerè Ludovico de Hallot, su disegno di Saverio Belgrano di Famolasco, autore anche del progetto della facciata opposta, il lato Est, posto sopra il Terrapieno.
La facciata principale è costituita da tre ordini di finestre incorniciate da paraste di pietra, estese longitudinalmente; le finestre del piano nobile sono sormontante da cornici e si aprono su balconi ricurvi, con ringhiere di ferro battuto.
Durante l’occupazione francese del Piemonte, la corte sabauda dovette, come si disse all’epoca, “Loro malgrado” in Sardegna, andando a stabilirsi proprio nel palazzo Regio, dimorandovi tra il 1799 ed il 1815.
Dopo la fusione della Sardegna ai territori della cosiddetta terraferma, l’edificio venne spogliato della sua funzione principale fino a diventare, nel 1885, sede dell’Amministrazione provinciale la quale operò ulteriori lavori di ammodernamento tra i quali il rifacimento del Salone. In quest’occasione fu bandito un concorso nazionale per la realizzazione degli affreschi, vinto dal pittore perugino Domenico Bruschi il quale realizzò i dipinti legati ai momenti della vita dei sardi, con inglobato lo scudo Savoia.
Ad opera sempre del Bruschi anche il decoro delle Sala Gialla, abbellita con scene mitologiche e di danza intorno al 1898-1899.
Particolarmente interessanti, più dal punto di vista storico che artistico, sono anche i quadri raffiguranti i vicerè di Sardegna.