Villanovafranca è un piccolo borgo del sud Sardegna, nella sub regione della Marmilla, molto noto per la produzione dello Zafferano di Sardegna DOP, l’oro giallo di Sardegna, del quale è uno dei maggiori produttori insieme a San Gavino e Turri, è un antichissimo centro abitato dell’isola, noto fin dall’epoca pre-nuragica.
Sono infatti numerose le testimonianze dell’antica presenza dell’uomo databile fin dalla prima età del ferro, e altrettanto ampia e importante è la traccia lasciata dagli abitanti dell’epoca nuragica. Sono infatti numerosi i nuraghi censiti nel comune di Villanovafranca tra i quali spicca il complesso nuragico di Su Mulinu, distante circa un chilometro dall’abitato.
Il nuraghe sorge su una piccola collina, una dorsale che domina la vallata del Flumini Mannu, ed è databile intorno al 1800 a.C., sebbene siano state rinvenute tracce risalenti all’Eneolitico, III millennio a.C.
Data la sua struttura fortificata, è plausibile ipotizzare che il nuraghe nascesse con funzione di fortezza, probabilmente centro nevralgico per la vita della popolazione, ed il suo edificio è caratterizzato da una pianta trilobata, cioè tre vani che si diramano da un impianto centrale, articolato addirittura su più piani e circondato da una solida cinta muraria con torrette.
In epoche successive, il nuraghe e le mura subirono degli interventi di fortificazione aggiuntiva che lo dotarono di ulteriori torri e postazioni per guardie in armi. Tuttavia, purtroppo, intorno al X secolo a.C. il nuraghe andò incontro ad una violenta e profonda distruzione venendo quindi trasformato in un complesso templare, un vero santuario religioso dedicato al culto della Dea Luna, come testimoniato da alcuni elementi, tra i quali il meraviglioso altare rinvenuto all’interno del bastione, scolpito con simboli lunari appunto.
L’altare, probabilmente l’attrazione attuale più caratteristica del sito stesso, è decorato con quattro else di spade che sostenevano delle lame in bronzo con raffigurazioni di figure antropomorfe e di animali legati al culto della Dea Luna. Accanto all’altare, sono ben visibili una pietra sulla quale avvenivano i sacrifici, con tutta probabilità di piccoli animali, e delle panche dove trovavano posto i partecipanti al rito.
La struttura del nuraghe è particolare in quanto costituita da strutture di diversa tipologia, in base anche al periodo di edificazione, ma tuttavia sono facilmente riconoscibili un corridoio (probabilmente la costruzione più antica del complesso) e delle torri a falsa cupola (tholos) probabilmente di epoca recente e finale dell’età del Bronzo.
Purtroppo, il complesso è in gran parte ancora non scavato ma si presenta comunque come uno dei siti più belli, completi e interessanti dell’isola.