Buon anniversario Cagliari! E se vogliamo dirla tutta, buon doppio anniversario.
A maggio infatti si celebreranno i 100 anni dalla fondazione della società che proprio mezzo secolo dopo, nella stagione 1969/1970, vinse lo scudetto.
Per essere precisi, era il 30 maggio del 1920 quando venne fondato il Cagliari Football Club dal medico Gaetano Fichera, e il 12 aprile del 1970 quando Gigi Riva e compagni riuscirono nell'impresa.
Per l'occasione è stata disegnata una maglia commemorativa in edizione limitata, con il logo del Centenario creato dallo stilista sardo Antonio Marras.
Il 31 maggio, le vecchie glorie che hanno fatto la storia del Cagliari Calcio rimetteranno gli scarpini e scenderanno al Sardegna Arena per celebrare il Centenario del nostro club. Una sfida amichevole tra leggende rossoblu e le leggende della Nazionale, capitanate da Fabio Cannavaro.
Ma oltre a celebrare gli anniversari oggi siamo qui per ricordare qualche curiosità rispetto ai nostri calciatori favoriti.
Sicuramente da bambini, ci hanno chiamato in qualche modo che non era proprio il nostro nome ufficiale. Siamo cresciuti tra soprannomi, pseudonimi o come preferiamo chiamarli. Piaccia o no, molti di questi soprannomi rimangono nella memoria e ci identificano a lungo.
Nel mondo dello sport è parte della cultura, un'usanza comune che prende spunto da una caratteristica personale del giocatore, o dal suo stile di gioco.
Queste denominazioni stilistiche alternative servono non solo ad arricchire i testi evitando ripetizioni, ma anche a suscitare la complicità e l'affetto dei tifosi che si sentono pienamente identificati con quegli appelli che in molti casi sono stati coniati e resi popolari dai media.
Ed ecco qui una piccola lista di soprannomi dei nostri beniamini.
Rombo di Tuono - Gigi Riva -.
Non ha bisogno di presentazioni. È una leggenda vivente in Italia, ed esiste un legame indissolubile tra lui e il Cagliari. A soli 20 anni si era già distinto come uno dei migliori attaccanti in circolazione. A 22 vince il primo titolo di capocannoniere che ripete i due anni successivi. Il suo bottino finale sarà di 208 reti con la maglia rossoblu. Il soprannome fa riferimento al suo sinistro potentissimo. Lo coniò il giornalista Gianni Brera dopo che il Cagliari campione d'Italia vinse 3-1 con l'inter a San Siro. Detiene ancora il record di reti segnate in nazionale (35).
Magic Box - Gianfranco Zola-.
Arriva al Cagliari nel 2003 per chiudere la carriera nella sua terra natale dopo aver passato le ultime 7 stagioni al Chelsea. Un talento straordinario che trova il giusto riconoscimento in Inghilterra dove verrà affettuosamente soprannominato Magic Box dai tifosi londinesi. Un piccolo mago dai piedi fatati, amato e rispettato da tutti, tanto da essere nominato dalla regina Elisabetta Membro dell'Ordine dell'Impero Britannico.
Il Principe - Enzo Francescoli -
Uno dei primi uruguaiani ad indossare la maglia del Cagliari. Idolo della tifoseria del Sant'Elia, distillava classe ed eleganza sul campo da gioco. Ma fu durante la sua permanenza ai Wanderers di Montevideo, all'inizio della sua carriera, che gli fu dato il soprannome di El Príncipe (Il Principe). Era un nome che sarebbe rimasto con lui per sempre, conferitogli dall'ex compagno di squadra, Hannibal Ciocca.
Una classe assoluta, basti ricordare che Zinedine Zidane ha confessato che il nome del suo primo figlio Enzo, è stato scelto in onore di Enzo Francescoli.
La pantera nera / Re David - David Suazo -.
Per l'attaccante honduregno addirittura due soprannomi.
Il primo risale al suo debutto in serie B. È un tributo alle movenze che aveva sul campo e alle sue accelerazioni palla al piede, letali per la difesa avversaria.
Il secondo gli viene attribuito dopo aver battuto il record di gol segnati in un unica stagione, 22 su 37 partite, e di aver spodestato dal trono il mitico Gigi Riva.
Per lui 8 stagioni vestendo la maglia rossoblu e quasi 100 gol realizzati.
Ninja - Radja Nainngolan -.
Radja non passa inosservato, né per il suo calcio tutta grinta e determinazione, tanto meno per il suo aspetto. I suoi tatuaggi e la sua cresta lo hanno reso uno degli sportivi internazionali più iconici degli ultimi anni.
Soprannominato dai suoi colleghi "Ninja" per la sua aggressività sul campo da gioco, Radja ritorna a Cagliari per passare più tempo con la sua famiglia.
Il legame tra il Ninja e la città non si è mai spezzato.