Un sogno cagliaritano chiamato Europa League

La rasoiata-goal di Nainggolan è il segno premonitore di un Cagliari che sta pensando di nuovo all’Europa?

29/01/2020
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Un puro gioiellino di balistica seppur deviato da Bastoni: stiamo parlando del gran goal da fuori area di Nainggolan messo a segno contro l’Inter dopo il momentaneo vantaggio di Lautaro Martinez. La rasoiata del Ninja è stata il degno coronamento di una prestazione rossoblù a dir poco sontuosa e che non si osservava da ormai troppo tempo. Vuoi forse vedere che il coniglio estratto dal cilindro del belga è il segno premonitore di un Cagliari tornato ad essere di nuovo sognatore di un lido chiamato Europa? Ai posteri l’ardua sentenza si direbbe, certo è che il club allenato da Maran ha letteralmente dominato in quel di San Siro, impossibile sostenere il contrario. Il segnale lanciato ai team che aspirano a partecipare alla prossima Europa League rimbomba ancora. Al di là di come andrà a finire questa interessantissima lotta che vede protagonista anche la squadra sarda, un qualcosa di impensabile almeno fino alla scorsa estate, ciò che sicuramente rimarrà della stagione di Serie A 2019-2020 è il bel calcio da essa espresso. Il Cagliari ha infatti dimostrato a più riprese di poter assurgere a nuova Atalanta, anche se il cammino è e sarà ovviamente ancora tutto in salita. I nerazzurri di Bergamo hanno raggiunto obiettivi importanti grazie ad una pianificazione almeno quinquennale e se i rossoblù desiderano in qualche modo emulare la Dea devono pazientare ed imparare a sapersi “costruire” nel tempo. E se fosse la partecipazione all’ex Coppa Uefa l’iniziale sentiero da percorre per divenire la nuova forza del campionato di Serie A? Ma sarà davvero possibile per il Cagliari osare tanto? Proviamo a rispondere a queste domande.

Un cammino non semplice ma alla portata

La sesta piazza occupata oggi dai rossoblù varrebbe l’insperato sogno europeo. Purtroppo il cammino è ancora lungo, insidioso ma al contempo stimolante. Le difficoltà dal nostro punto di vista, prima che sul campo da gioco, sono da ricercarsi altrove: la squadra di Maran ha infatti dimostrato di “soffrire di vertigini” quando si trovava in alta quota. Ricordiamo che prima di tornare a fare la voce grossa contro l’Inter, il Cagliari aveva subito cocenti sconfitte di fila con Juventus, Milan e con l’Inter in Coppa Italia. E prima di questi tonfi collezionava vittorie su vittorie! Il campionato convincente ma ondivago dei rossoblù necessiterebbe dunque di una maggior stabilità che si acquisisce con il tempo e soprattutto con la consapevolezza dei propri mezzi. Nel momento in cui Nainggolan e compagni si renderanno conto delle loro potenzialità, ecco che forse il torneo di calcio italiano a cui partecipa la formazione sarda potrebbe assumere un significato diverso rispetto al semplice duello all’ultimo sangue per la salvezza. Noi siamo fiduciosi poiché partiamo dal seguente dato oggettivo: il cammino del Cagliari di quest’anno, almeno fino adesso, è stato a dir poco esaltante. Difficile dire così su due piedi se il team potrà o meno accedere alla prossima Europa League, tuttavia, qualora fosse in grado di replicare la stessa ottima prestazione di domenica fin dal prossimo interessante match contro il Parma, l'impresa potrebbe non essere così impensabile. Maran dovrà essere bravo a lavorare in allenamento per entrare nella testa dei giocatori, spronandoli a dare il massimo come domenica all’ora di pranzo e, insieme ai suoi preparatori, cercare di stilare un calendario che permetta alla rosa di beneficiare di una condizione fisica eccellente da qui a metà maggio. Basterà tutto questo?

Giocare sempre e solo per vincere

Se il Cagliari vorrà davvero competere per un posto in Europa League dovrà prima di tutto giocare sempre e solo per vincere. Rinnegare lo spirito da provinciale, facente parte del dna rossoblù, è la base da cui partire. I player presenti in rosa sono di buon livello (pensate ad esempio all’apporto di qualità che sa offrire il centrocampista Joao Pedro, accostato al PSG, oppure alle movenze da futuro campione del “piccolo” bomber Simeone) dunque provare a lottare su ogni pallone e contro qualunque avversario sarebbe certamente nelle corde dei sardi. Se in aggiunta l’idea di gioco fosse quella di far girare la palla il più velocemente possibile al fine di creare situazioni interessanti per gli inserimenti dei mediani di spinta e di qualità che vestono la casacca rossoblù, il sogno Europa diverrebbe quantomeno tangibile.

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