Jason Mayélé era un ragazzo semplice pieno di voglia di vivere. Nato in Congo il 4 gennaio 1976, conobbe la miseria e la guerra. Il pallone il suo riscatto, immensa la sua voglia di vivere. Correva tanto Jeson, per lui il calcio era solo un gioco, nulla più. Dal 1993 al 1999 al servizio dello Châteauroux: segnò tanto e passò dalla terza divisione alla massima serie. Si accorse di lui Massimo Cellino.
Lo portò in Italia. Un calciatore acerbo ma dalle grandi possibilità tecniche, atletiche e fisiche. Semplice, amico di tutti, amato dai compagni per il suo modo di fare sregolato e infantile. Gli fece da chioccia il buon Franzone, che gli spiegò ad esempio, che arrivare ad Asseminello prima di un allenamento con una pizza da asporto e una lattina di coco-cola non era l’ideale per uno sportivo: meglio la pasta.
Ma Jason era così, genio e sregolatezza, per lui queste cose non erano importanti. In rossoblù dal 1999 al 2001, non ebbe fortuna in quel biennio travagliato per squadra e società . Conobbe anche lui l’amarezza della retrocessione e la durezza di mister Ulivieri che non fu capace di comprenderlo. A Reggio Calabria l’unico gol con la maglia del Cagliari, condito da un’esultanza da vero funambolo.
Fu quindi ceduto al Chievo Verona. 10 presenze, nessun gol. Il 2 marzo 2002, un maledetto incidente stradale, strappò via per sempre il sorriso e l’incoscienza di Jason.
Ovunque tu sia, buon compleanno Jason!