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Cagliari, troppo tardi per sognare: sempre in tempo per salvarsi

La cura Mazzarri incomincia a farsi sentire

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Il campo, ha detto che il Cagliari di Mazzarri ora mette in crisi anche le grandi. La metamorfosi si è compiuta, e si vede.

Perché se ci si volta indietro a guardare il girone d'andata coi suoi numeri, e lo si confronta con la squadra che ha pareggiato contro il Napoli, la differenza è totale.

Finalmente ora si corre, si tira in porta, si disturba l'avversario. Si rende orgoglioso il pubblico sugli spalti che sussulta ad ogni occasione. Soltanto tre mesi e fa, sembrerà strano, ma era pura utopia.

L'evoluzione dei rossoblù a livello di gioco, fa dunque il paio con risultati importanti. Era ciò che mancava da inizio campionato. Ma la musica ora è cambiata. Troppo tardi per sognare, ma sempre in tempo per salvarsi.

Si andrà da qui alla fine, a lottare ovunque con questo nuovo piglio assunto da una squadra in crescita e ritrovata. Capace di battere fuori casa l'Atalanta e di pareggiare contro chi gioca per lo scudetto.

Perché dopo risultati del genere, sudati, cercati e voluti, lo spogliatoio non può tornare indietro.

La consapevolezza di essere in grado di giocarsi la salvezza fino alla fine infatti, sarà tanto concreta, quanto alimentata dal gusto di giocare ogni gara per confermare la buona prestazione della precedente. Allenatore compreso.

Resta dunque da divertirsi. Sudandosi una salvezza che di certo, sarà più difficile di altri anni. In coda infatti, tutto si fa, tranne che le comparse da squadre materasso. Basta vedere la Salernitana, il Genoa o il Venezia.

Per questa stagione ormai, non esistono altri sogni diversi dall'evitare una retrocessione. Tanto vale mettere da subito in pratica il calcio del buon Walter, ed essere più accorti dietro specialmente con le big.

Il cinismo nel calcio, solitamente è proporzionale alla posizione in classifica e Cagliari-Napoli ne è l'esempio lampante. Ecco perché più che di due punti persi, il pareggio è un punto d'oro.

Il troppo storpia. E passare dal nulla al tutto, in poco più di due mesi, forse era troppo anche per il dio del calcio.

Piccoli passi, ma sicuri.

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