La sosta di campionato generalmente, rappresenta per i club due cose: se le cose vanno bene, un fastidio (malcelato) nel proseguire il ruolino di marcia intrapreso, se le cose vanno male, un time out salvifico che ti faccia rinsavire dopo che all'angolo hai preso botte da orbi.
Di questa seconda categoria, fa parte il Cagliari di Mazzarri che, guardando i numeri e la classifica, della lunga sosta provvidenziale non può far altro che trarne profitto. O almeno, questo spera la piazza.
Si, perché al momento, in queste otto giornate, escluso qualche sprazzo, si è visto forse il peggio che tecnicamente e moralmente una squadra di serie A possa offrire, e l'ultimo posto, non a caso, è la fotografia di questo periodaccio.
La lunga sosta dunque, servirà per togliere ogni alibi, o quasi. Compresa quella del poco tempo a disposizione per lavorare e inculcare una mentalità (vincente è una parola grossa), ma quantomeno non perdente.
Perché di questo si tratta. Al netto di carenze di organico, infortuni, cambi di guida tecnica in corsa e altre mille sfortune, il Cagliari visto fin qui, non ha fatto nulla per dare l'idea di avere un ossatura di gruppo solida e compatta.
Alla vigilia della ripresa dunque, il caos calmo che avvolge la rosa, è prima che sul campo, una battaglia tutta interna allo spogliatoio. Si chiamano in gergo “fantasmi da sconfiggere”ed hanno un indirizzo: la testa dei calciatori.
Se i problemi per imbastire la difesa infatti non mancano (Mazzarri dovrà inventarsene una competitiva) l'impressione è che la squadra soffra ancora troppo sul piano mentale.
Aspettative così alte, così come contro la Sampdoria (ovvero una vittoria), possono far ulteriormente crollare il gruppo sotto i colpi delle sue stesse paure.
Un altro risultato negativo infatti, e per giunta dopo una così lunga sosta, non verrebbe mandato giù in modo semplice da nessuno.
E questo, i giocatori lo sanno, così come il mister, il Ds, il presidente e ogni filo d'erba di Asseminello. E proprio per questo fa paura.
Contro i blucerchiati l'adrenalina sarà per questo a mille. Non tanto per superare in gli ospiti in agonismo, quanto per timore di cosa possa voler dire un altra giornata senza punti e con le dirette concorrenti che muovono la classifica.
Fino al giorno della gara, Mazzarri potrà dunque trincerarsi nel suo fortino ed allenare un Cagliari fragile, ma voglioso di riscatto.
Uscire dall'angolo, e farlo al più presto, significa macinare punti e prestazioni. Le inerzie positive poi, de arrivano i filotti di risultati utili, non tarderanno ad arrivare. Ma prima c'è da scoccare la scintilla per invertire la rotta.
E il suo innesco, si chiama Sampdoria.