La scaramanzia, la cabala, il profano, fanno da sempre parte del calcio e lo arricchiscono di quel gusto indubbio di “scienza inesatta”che rende questo sport così affascinante.
Se presi come fattori marginali, e quindi di supporto alle prestazioni, impreziosiscono il tutto chiudendo il cerchio tra realtà e fantasia.
Diverso se ti chiami Cagliari, sei nel 2021, e per poterti salvare devi contare in un miracolo sportivo come unica via d'uscita per salvare faccia, baracca e burattini.
Perché se in un regime di annata “normale”affidarsi in qualche caso alla fortuna è più che un diritto - un dovere, affidarsi in toto alla Dea Bendata come i rossoblu di Semplici, è ben altra cosa.
Intanto, non dipende solo dai propri risultati, ma anche da quelli del Torino - prima cosa (e forse la più seria) visto il cammino dei granata - e poi perché, numeri alla mano, forse è un po' troppo chiedere al destino di ribaltare ciò che per una stagione intera non si è fatto, e sperare in 8 gare da sogno e ricche di vittorie.
La speranza che il Toro rallenti, resta quindi probabilmente la variabile più importante, anche se non la sola.
Certamente bisogna vincere (che bel verbo!) e incominciare da subito, ma se anche i granata dovessero far risultato e in proporzione salire in classifica, i giochi sarebbero pressoché ormai fatti.
Il Cagliari è dunque appeso sia ai risultati di Belotti e compagni, sia ai propri che (ironia della sorte) potrebbero si, essere strabilianti, ma purtroppo non bastare.
Essersi ridotti a questo punto del campionato a contare quanti “spiccioli son rimasti in tasca”per stare in serie A, e per giunta non essendo padroni in pieno del proprio destino, è forse il fattore che indigna la piazza più di tutti, vista anche la rosa, gli ingaggi ed i nomi a disposizione.
Eppure, come diceva Stalin, “i fatti hanno la testa dura”, e la realtà recita due opzioni: miracolo sportivo (e tutti sul carro), oppure lenta agonia e diaspora di chi ha più mercato.
Resta da capire il come e il perché stia sfuggendo tutto di mano e non si sia riusciti a ritrovare il giusto trend che, esclusa la gara contro l'Inter (dove perdere ci può stare), poteva tranquillamente essere ripreso per una salvezza tranquilla.
Se qualche sorriso (forse) di troppo a fine gara a Milano, non è certo la colpa del contingente nefasto, qualche lacrima al centro del campo da chi poteva dare e non lo ha fatto, commuoverà sicuramente in pochi (davanti allo schermo) in caso di retrocessione.
Ma per questi responsi c'é il campo, l'andamento del Toro e l'anima bella di chi vive sperando...
