Siamo talmente abituati a sentire che la salvezza si raggiunge a 40 punti che ormai sembra che questo numerino sia la boa di salvataggio di tutte quelle squadre che si vogliono tenere ben lontane dalla serie cadetta. Ma è davvero così? In realtà la “quota 40” nella nostra serie A non si rivela necessaria da ben otto anni, cioè dalla stagione 2006 – 2007 quando, proprio il Cagliari, si salvò con altre tre squadre (Reggina, Siena e Torino), superando di un punto il Chievo che retrocesse a 39 punti.
E quest’anno? A dire il vero proprio i rossoblù, con le due sconfitte consecutive recentemente subìte, avrebbero abbassato la quota necessaria per salvarsi e le altre squadre considerate ancora impelagate nella lotta salvezza (si arriva a considerare in pericolo anche il Sassuolo, ora a 29 punti) iniziano già a fare i calcoli.
La Gazzetta dello Sport ha stimato che il Cagliari, avendo ottenuto 20 punti in 25 gare, potrebbe finire il campionato a quota 30 punti e, perciò, per salvarsi, ne basterebbe uno in più, quindi 31. Le dirette concorrenti dei ragazzi di Zola, però, rivela sempre il quotidiano, farebbero meglio a non adagiarsi sugli allori: i sardi, infatti, disputeranno le ultime gare di campionato contro Parma (probabilmente alla quintultima giornata già retrocesso), Juventus (verosimilmente già campione d’Italia), Palermo (forse l’unica gara a rischio, se dovesse essere in lotta per l’Europa League), Cesena (magari già in B con il Parma) e Udinese (già salva).
Come si è visto, se queste squadre dovessero aver già raggiunto i propri obiettivi o non dovessero avere più nulla per cui lottare, l’intensità calerebbe e il Cagliari potrebbe ottenere più di quei 30 punti, alzando la quota salvezza e magari salvandosi.
Noi ci auguriamo davvero che possa essere così: non ci interessa con quanti punti, l’importante è essere dalla parte giusta della “barricata”.

