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Nanni Boi: "Gli ammutinati dagli ingaggi hanno reso felice il Toro e Colantuono"

"Perché vincere a Milano? Tutto cominciò quel giorno con l'esclusione di Borriello e con Storari ripescato all'ultimo minuto"... Nuovo affondo e nuove rivelazioni da parte del giornalista sportivo Boi...

La redazione
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Il giornalista Nanni Boi torna a tuonare (e far discutere) dalle pagine del suo blog dopo il precedente articolo della scorsa settimana. Il Cagliari subisce l'ennesima imbarcata. "Gli ammutinati dagli ingaggi sonanti stavolta fanno felice il Toro. E Colantuano", questo il titolo del pezzo odierno che (per chiudere il cerchio e completezza di informazione) decidiamo di proporre integralmente ai lettori del nostro giornale affinché possano esprimere la propria opinione in merito agli articoli del Boi. 


"Ai professionisti del “ Forza Cagliari” con la benda sugli occhi, agli indefessi frequentatori di blog, tv e giornali sistematicamente proni, genuflessi e con la lingua strisciante; fedeli al concetto: non si sa mai che me ne venga qualcosa. Ai combattenti della vita che si schierano sempre dalla parte dei potenti, salvo poi saltellare sui loro cadaveri non appena vengono riposti. Ai torbidi untori dei commenti vacui o insultanti, senza idee personali e col cervellino in perenne stand by. Se volete leggere in queste pagine di Torino Cagliari 5-1, vi piaccia o meno non dovete far altro che tornare sul pezzo della settimana scorsa titolato “Rastelli, la rinascita e quelle scoppole sospette”. Quello degli ammutinamenti spontanei o indotti per capirci.

Ciò non toglie che qualcosa la si possa aggiungere. Per esempio che qualcuno ci sarà rimasto male nel non aver battuto il record negativo in fatto di scoppole (bastava ancora un golletto: il 6-1 sarebbe stato un primato. In precedenza in A avevamo preso sei reti solo due volte: 6-2 a Udine e 6-3 a Napoli). Ma voglio soffermarmi su Colantuono, un tecnico che nulla ha a che vedere con Rombodituono. Rifiutando la panchina del Cesena la scorsa settimana perché gli avevano consigliato di aspettare, aveva deciso di ritentare la carta della serie A dove ha allenato per molti anni. Bene, lui come qualcun altro (diciamo un personaggio che agli amanti del cinema e in particolare di “Ritorno al futuro” ricorda lo scienziato pazzo protagonista del film) vedendo la vittoria rossoblù sul Palermo si sarà mangiato le unghie fino alla carne viva, ma oggi può tirare un sospiro di sollievo perché finchè c’è vita c’è speranza (di prendersi il Cagliari evidentemente). Un pensiero lo merita indubbiamente Storari, il portiere che evidentemente ha un ingaggio direttamente proporzionale ai gol che prende: fino a oggi 26 reti in 808’, ovvero una rete ogni 31 minuti. Roba che se fra i pali di una porta ci piazzi una sedia ha più probabilità di riuscita.

Un pensierino vorrei poi riservarlo a Isla, un altro che in fatto di ingaggi non scherza (complimenti vivissimi alla società anche per questo contratto). Lui e Vidal arrivarono alla Juventus con diverse referenze e con una gran voglia di approdare in Italia. Isla fece prima passando dall’Udinese, ma entrambi erano affascinati dal mito dell’Italia, di Milano soprattutto: la “Milano da bere” vista in tante pubblicità. Però Torino non è Milano e lì questo mito non è particolarmente apprezzato, così Vidal è stato ceduto all’estero e Isla da tre anni veniva mandato ovunque purché a debita distanza. Che fa il Cagliari? Ma lo prende ovviamente, con tanto di succulento triennale.

Dimenticavo Tachtsidis, l’unico essere vivente più lento dell’agonia. Capozucca lo ha avuto tanti anni alle sue dipendenze, così come prima di portarlo a Cagliari aveva avuto per tanti anni sciagura Krajnc. Ora io non vorrei infierire, ma un acquisto puoi sbagliarlo quando prendi uno che conosci poco, ma in questi casi vuol dire proprio che nella valutazione dei giocatori qualche problema ce l’hai. Passerei poi a Munari, l’uomo invisibile per chi lo cerca in campo. Rastelli si era illuso che fosse un “suo” uomo, uno su cui poteva sempre contare. Ma non è lui a passargli lo stipendio, per cui ubi maior…

Per chiudere: quando decisero di far fuori Trapattoni impiegarono quattro trasferte di seguito: persero 4-0 in casa dell’Inter, poi rimediarono un altro 4-0 in casa del Parma e un altro ancora (ma che ripetitivi!) all’Olimpico con la Lazio. In casa però la squadra se la giocava bene e quindi si rese necessario un altro cappotto (stavolta finì solo… 4-1) in casa della Juve. Stavolta l’obiettivo è migliorarsi (…) e per portarsi avanti col lavoro oltre al 5-1 odierno e al 4-1 in casa laziale c’è stato anche il 3-5 con la Fiorentina al Sant’Elia. Riusciranno i nostri eroi….? Qualcuno potrebbe obiettare: ma se volevano far fuori l’allenatore perché vincere 2-1 a Milano? In fondo tutto cominciò quel giorno, quando Borriello venne escluso dall’undici titolare e Storari ripescato all’ultimo momento. Beh, mettiamola così, dall’altra parte c’era chi aveva rubato l’idea. Povero De Boer".

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