Il ritiro in Valle D'Aosta sta per terminare e Davide Nicola, tira le somme di questo primo mese alla guida dei rossoblù. Il mister ha incontrato i media al termine della seduta mattutina sul prato del “Brunod” di Chatillon.
Ecco le sue parole, riportate dal sito ufficiale della società:
“Stiamo proseguendo il nostro lavoro secondo i programmi, avevamo pianificato questa seconda parte di ritiro con determinati obiettivi specifici, tra cui quello di integrare gli ultimi arrivati come Lapadula, Obert, Marin e poi Sherri, dovevamo metterli in linea con gli altri a livello di condizione, per questo non hanno giocato l'amichevole col Como. Conoscevamo già i ragazzi ma quando li vedi ogni giorno da vicino e puoi lavorare insieme è chiaro che capisci tante cose in più, tante soluzioni possono spuntare ed essere plasmate nell’ottica di migliorare tutti insieme e inseguire i nostri obiettivi.
In queste settimane abbiamo integrato ulteriormente le nostre conoscenze con dieci giorni di lavoro in più, la squadra sta progredendo a livello di conoscenze, di amalgama, di consapevolezza e di ricerca di quell’identità che vogliamo fare nostra. Si è creata una bella chimica tra i calciatori e lo staff, vedo nei ragazzi la stessa voglia che abbiamo io e i miei collaboratori nel costruire il nostro percorso. Non bastano venti giorni di lavoro, è un processo lungo mesi, ma è importante vedere già ora buoni segnali dal punto di vista del recepimento della proposta che portiamo avanti.
È normale rischiare qualcosa con il tipo di calcio che stiamo cercando di costruire. Ho sempre detto che mi piacciono giocatori con fiducia, consapevolezza, coraggio, per questo il lavoro quotidiano è fondamentale per acquisire sempre più dimestichezza. La strada è quella del lavoro, del non risparmiarsi, ripetere esercitazioni e meccanismi al fine di oliarli, senza però essere ripetitivi. I test atletici ci hanno dato ottime risposte, l’atteggiamento idem, quindi andiamo avanti con serenità.
È molto importante imparare ad interpretare situazioni diverse, conoscersi reciprocamente, saper giocare con i vari compagni, c’è bisogno di tempo ma direi che la strada è tracciata e la stiamo percorrendo con convinzione. Stiamo lavorando sul creare gioco in verticale, possibilmente palla a terra, ma – se serve e si può – è importante riuscire a conquistare lo spazio alle spalle della difesa altrui per finalizzare, provando a farlo nel più breve tempo possibile e in modo diretto. Mi piace che la palla sia sempre in movimento, mai ferma, ricostruendo la manovra e riuscendo a riorganizzarsi una volta persa palla: la cosa fondamentale è l’equilibrio.
Preferenze su determinate caratteristiche dei calciatori? Non parlerei di preferenze, bensì dell’importanza di essere applicati e dotati di personalità, abbiamo a centrocampo elementi con peculiarità diverse, bisogna imparare a interpretare i momenti, in alcuni casi c’è da ragionare, in altri da puntare con intensità, accelerare o rallentare. Nel calcio di oggi e in particolare nel nostro Cagliari servono calciatori che sappiano riconoscere le relazioni in campo, le situazioni, le scelte a beneficio dei compagni, quando aiutare e quando proporsi a seconda anche dell’avversario: sto vedendo molti segnali incoraggianti in tal senso.
Stiamo incontrando squadre che giocano a quattro in difesa, nelle amichevoli di questo periodo. Per noi è importante perché nella lotta salvezza ci sono sia squadre che difendono a quattro sia altre che giocano più spesso a tre, e lavorare adesso contro queste difese ci aiuta a saper in futuro interpretare determinati contesti tattici. Tutto è finalizzato a saper riconoscere il modo in cui vieni attaccato e puoi attaccare quel determinato avversario che fronteggi. Sto già vedendo una squadra che sa andare a infastidire, che accetta l’uno contro uno, che costringe l’avversario a giocare velocemente e quindi a rischiare l’errore, dobbiamo continuare così.
Le nostre idee sono chiare, che siano passati venti giorni o qualche mese. Tutti i ragazzi coinvolti hanno dato risposte confortanti, con ognuno ho parlato chiaro come sempre faccio, non dico mai cose diverse in spogliatoio rispetto a ciò che dico pubblicamente. Nessuno è rimasto indietro, tutti con grande applicazione, sono davvero molto contento della mentalità, dai più esperti con grande senso di responsabilità ai più giovani con il loro potenziale e l’entusiasmo.
Qualcuno sapeva di dover andare a continuare il suo percorso di crescita, come Kourfalidis. È andato via Radunovic, quindi andremo a intervenire con un altro portiere accanto a Scuffet e Sherri. Diverso è il discorso di Ciocci che sta lavorando per tornare al top dopo l’infortunio, quindi il suo percorso andrà valutato più avanti. Mina? Ha grande personalità, le qualità tecniche e morali del giocatore si conoscono, ci siamo sentiti telefonicamente e mi ha fatto molto piacere riscontrare il suo atteggiamento, chiaramente avrà bisogno di tempo per trovare la condizione giusta. Sono molto soddisfatto di tutti gli elementi con cui lavoro, è normale che si facciano delle valutazioni a tutto tondo per costruire al meglio la squadra.
Veroli? Ha bisogno di completare la sua maturazione come ha iniziato a fare nella scorsa stagione a Catanzaro. Obert secondo me ha già quel dinamismo, quella tecnica e quella pulizia di gioco che servono per essere con noi lavorando accanto a Luperto in quella posizione difensiva. Sicuramente Adam deve crescere nell’aggressione difensiva e in alcuni meccanismi, ma ha l’umiltà e la cultura del lavoro adatte per migliorare insieme a tutti noi. Prati? Deve migliorare solo nell’interpretazione, specie nella fase di non possesso, ma parliamo di un calciatore estremamente intelligente, che conosce il calcio, che ha grandi qualità da mettere a disposizione”.

