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Alla riscoperta delle carte da gioco sarde: dalla tradizione ai circuiti online

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Le carte da gioco tradizionali sono una certezza dell’intrattenimento anche nell’epoca del multimediale.

Lo confermano i dati di vendita delle stesse, che hanno fatto riscontrare un vero e proprio boom di acquisti, con un’impennata, secondo le stime del portale web Idealo, pari al 260,8 per cento nel 2020 rispetto ai mesi precedenti.

Si tratta di una tradizione, quella delle carte, mai sopita, fin dalla loro comparsa, risalente al Medioevo e oggi ancora viva anche in Rete, visto che le principali offerte degli operatori del gioco spaziano, nelle proprie proposte, dal Poker al Baccarat.

Non tutti, però, conoscono la storia delle carte tradizionali, di cui quelle sarde rappresentano una nota e importante variante, con evidenti richiami a quelle spagnole, probabilmente a seguito di una reciproca influenza culturale, come è ben intuibile dal nome dei semi e dalla raffigurazione dell’asso di denari, visto come una grande moneta d’oro.

La storia però vuole che la tradizione delle carte, in Sardegna, sia in qualche modo connessa anche al già citato baccarà (altro nome del baccarat), uno tra i giochi d’azzardo più famosi nei casinò, sia fisici che digitali, così come anche nell’immaginario collettivo, grazie anche alla saga letteraria e cinematografica di James Bond. Pare infatti che il Baccarat all’italiana derivi dal Macao, gioco importato dall’Asia nel XVIII secolo dai marinai, e divenuto piuttosto diffuso proprio nel Regno di Sardegna, tanto che il re Vittorio Amedeo III, nel 1788, fu costretto a vietarlo. Si tratta di una piccola curiosità su questa disciplina di carte che trova riscontro anche nella sua vitalità all’interno dei palinsesti di alcuni operatori online, come ad esempio NetBet casino, in cui è presente, tra le altre, la versione “Big Win Baccarat” sviluppata da iSoftBet, e caratterizzata, fin dalla presentazione, dalla presenza, in alternativa a quelli italiani, dei tradizionali caratteri cinesi.

Si tratta di un segno evidente di come il contatto tra culture abbia influito sulla diffusione di determinati giochi, come nel caso di quella che è considerata la variante sarda del bridge, ovvero la Mariglia, le cui origini sono fatte risalire al gioco spagnolo “Hombre” (XVII secolo), poi diffusosi alla Maddalena, alla Gallura, a Sassari e in particolare nella zona settentrionale e centrale dell’isola. Negli ultimi anni il gioco è diventato talmente popolare da diventare protagonista di un Campionato sardo con tanto di iscrizione online, ma anche di un’app dedicata.

Meno diffuso, se non nella zona di Paulilatino è invece il “Trucco” o “Truco”, importato dal Sudamerica negli anni Venti grazie all’iniziativa di Serafino e Cosimo Cossu e Serafino Trogu. Si tratta di un gioco che richiama, per mezzo della tecnica del bluff e dell’uso della mimica facciale, la più nota delle discipline di carte, il poker.

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