Il sindaco di Cagliari Massimo Zedda ha avuto modo di dialogare, pochi giorni fa, con Luca Silvestrone, il consulente della cordata americana (il cui nome però non è ancora stato comunicato), insieme all’architetto di fama mondiale Dan Meis.
In seguito all’interrogazione presentata dal consigliere comunale di “Patto per Cagliari” Pierluigi Mannino, riguardo l’identità, ancora celata, degli investitori statunitensi, il primo cittadino cagliaritano ha affermato: “Non so nulla sul fondo di investimento americano interessato al Sant'Elia. Ma sia Luca Silvestrone che Dan Meis mi hanno garantito che presto mi avrebbero detto qualcosa di più, forse magari già dal prossimo incontro”.
Fondo americano, tuttavia, che a detta del Sindaco non sarebbe l’unico interessato alla realizzazione del nuovo Sant’Elia: “Ci sono anche società sarde che hanno chiesto informazioni e incontri”.
Occorre sottolineare come, in ogni caso, la cordata americana (in attesa di essere costituita definitivamente) abbia possibilità economiche di gran lunga superiori a quelle di ipotetici investitori sardi. Al di là di scoprire chi sia il fondo americano, e da quali attori sia composto, secondo Massimo Zedda il coinvolgimento in un progetto del genere di un archistar così importante non può che dare tranquillità circa il raggiungimento degli obiettivi: “L'ultima riunione mi ha sorpreso in positivo. Non credo che un personaggio come Dan Meis, architetto di fama mondiale, si spenda in questo modo se non c'è dietro una struttura reale o persone che vogliono investire”.
Il Sindaco ha inoltre sostenuto che il cambiamento repentino delle normative e l’implementazione di una nuova legge sugli stadi potrebbero offrire una corsia preferenziale per la profusione di cospicui investimenti in breve tempo. A detta sua “sarà fondamentale l'accordo tra società realizzatrice dei lavori e club sportivo, oppure che le due figure combacino”.
Tra un impianto ancora da progettare e un altro, il vecchio e caro Sant’Elia, che probabilmente chiuderà definitivamente i battenti (in settimana è comunque previsto un ulteriore incontro della Commissione provinciale di vigilanza per discutere l’apertura a 16.000 spettatori), sullo sfondo compare lo stadio Is Arenas. Ma Zedda mette le mani avanti: “Non posso certo interferire sulle scelte di altri comuni, ma nel caso di lavori al Sant'Elia favoriremo tutte le interlocuzioni necessarie al fine di trovare soluzioni provvisorie, compreso Is Arenas. Dare uno stadio alla città è un nostro auspicio: Cagliari sta aspettando con ansia quest'opera”.
I tifosi continuano a domandarsi, come è lecito che sia, dove il Cagliari disputerà le partite del prossimo campionato. Di certo nessuno, Cagliari Calcio compresa, vorrà viaggiare tutte le settimane, giocando perennemente in trasferta.
Sarebbe una sconfitta per il calcio e per la politica isolana, incapace negli ultimi anni di dialogare in maniera costruttiva. Che, dunque, si riesca a remare tutti nella medesima direzione, in modo da trovare una rapida soluzione: entro il 20 giugno si dovrà comunicare la sede delle gare casalinghe per la stagione 2014/2015.

