Quando, in tempi non troppo lontani, Lopez aveva dichiarato: “Mi ispiro allo stile di Marco Giampaolo”, quest’affermazione inizialmente aveva suonato strana. Ma con il passare del tempo ha avuto il suo riscontro: ora si comprende come il Cagliari di quest’anno abbia messo in campo una filosofia nettamente difensivista, che comunque prevede il contropiede, ma con scarsi risultati. Sia in avanti che dietro.
La famosa “difesa a zona” all’allenatore rossoblù piace, e non poco, tanto da ostinarsi a farla applicare ai suoi uomini in occasione di qualsiasi calcio piazzato battuto dagli avversari.
Una “rivoluzione copernicana” del calcio, così può essere definita questa tattica, che viene utilizzata dall’intero reparto difensivo di una squadra. È basata su pressing, fuorigioco, e ha come punto cardine non seguire un unico uomo, ma presidiare una porzione del campo.
Arrigo Sacchi col suo Milan di fine anni ’80 portò questo metodo alla massima espressione, ottenendo risultati incredibili. Da allora, diversi allenatori hanno cominciato a metterlo in pratica, chi con successo, chi con grandi flop. Ora, quasi tutte le squadre di Serie A prevedono che la propria difesa marchi a zona.
Anche mister Lopez crede tanto in questo metodo. Peccato che non stia dando buoni frutti: gran parte delle reti di quest’anno sono arrivate a causa di una marcatura in ritardo e approssimativa.
Con questo, non si voglia fraintendere: la difesa del Cagliari ha tutte le carte in regola per disputare, con risultati soddisfacenti, un campionato della massima serie. Ma le amnesie sulle marcature sono palesi.
E l’ultimo esempio lo si è avuto domenica scorsa. Calcio d’angolo e gol di Marzorati, che indisturbato è saltato, ha colpito di testa e depositato in rete, portando in vantaggio il Sassuolo.
In un’intervista dello scorso agosto il mister aveva affermato: "L'anno scorso abbiamo preso troppi gol. […] Possiamo alternare la zona alla difesa a uomo: sono cambiamenti che fanno bene".
Peccato che quest’anno abbiamo visto una sola tattica difensiva: a quando i primi cambiamenti?
Almeno così sapremmo di non dover essere ogni domenica “vittime sacrificali” dei calci piazzati.