“Una grave contaminazione dell’aria e del suolo, per effetto della dispersione di polveri nocive, altamente concentrate, provenienti dallo stabilimento Fluorsid dal cantiere di Terrasili", si legge in una nota del Corpo Forestale della Sardegna in merito al caso Fluorsid.
“Lo sversamento di fanghi acidi nella laguna di Santa Gilla, fatto che si è accertato reiterato e non occasionale”.
"Le falde acquifere risultano contaminate da “metalli pesanti e composti inorganici” come solfati, fluoruri e allumina idrata".
Le indagini hanno accertato “l’interramento e sversamento di rifiuti pericolosi quali: fluorsilicati, fanghi acidi, amianto, oli, rifiuti di varia natura, nonché la lavorazione all’aperto di sostanze velenose all’ingestione come la criolite, lo sversamento di cloruro”.
Questo ha “certamente determinato una contaminazione delle matrici ambientali in misura che va ancora esattamente quantificata, ma che è in atto ed è grave come è dimostrato dalle patologie” riscontrate negli ovini della zona “e dalla pressoché totale scomparsa della vegetazione nelle aree adibite a discarica”.
“È acclarato che alcuni capi ovini allevati a Macchiareddu in zone raggiunte dalle polveri emesse da Fluorsid – prosegue la nota del Corpo forestale – e interessata da illeciti sversamenti di rifiuti analoghi a quelli di cui si è fin qui parlato, avevano contratto la fluorosi, una grave malattia”. E ancora: “L’attività investigativa è partita su segnalazione del servizio veterinario di sintomi di fluorosi, una patologia che determina gravi danni all’apparato dentario e osseo e impedisce agli animali di alimentarsi”.
I residenti “nelle zone periferiche dell’abitato di Assemini – prosegue la nota – lamentavano che, specie quando spirava il vento, le polveri si infilavano in casa anche attraverso gli infissi, creando dappertutto una densa patina biancastra; tutti avevano lamentato bruciori agli occhi ed alle vie respiratorie, avevano riferito dell’odore acre e acido delle polveri. Alcuni avevano notato effetti nocivi sui figli minori”.

