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Pisacane: "Sputerò sangue per la maglia del Cagliari. I sardi? Un popolo fantastico"

Il difensore rossoblù si presenta in conferenza stampa

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Conferenza stampa questo pomeriggio ad Asseminello per Fabio Pisacane. Un occasione per conoscere meglio il nuovo difensore rossoblù, nonché fedelissimo di mister Rastelli. Il ragazzo è subito entrato nelle simpatie dei tifosi, è carico per questa nuova avventura e certamente il suo apporto sarà fondamentale per cercare di centrare l’immediata risalita nella massima serie.

Ecco le sue dichiarazioni:

"Io avevo comunicato all'Avellino che volevo andarmene già da un po', poi si è prospettata l'ipotesi Cagliari e l'ho colta al volo.

La concorrenza con Balzano? Io nasco centrale ma ora gioco da esterno. Per me la cosa fondamentali sono il rispetto del proprio compagno e del gruppo. L' importante è il bene del Cagliari

Mi ha colpito il fatto che giocatori che l'anno scorso erano in serie A si siano subito messi a nostra disposizione. Rastelli mi ha voluto e la società l'ha accontentato. Crede moltissimo nel rispetto reciproco, è molto meticoloso e lavora 24 ore su 24 per la squadra, e credo si veda dalle prime uscite.

Mi aspetto di dare tanto per questa squadra e meritarsi questa maglia.

Il campionato di serie B è lungo ed estenuante e il fatto di essere una big non conta. Ci sono squadre, e l'abbiamo visto, che erano forti sulla carta e hanno faticato a salvarsi.

Bisogna scendere in campo con la mentalità da provinciale ma consapevoli del nostro valore. Bisogna avere rispetto di tutti ma paura di nessuno.

I sardi sono un popolo fantastico e gli anni scorso ho avuto l'opportunita di giocare con amici sardi. Sono anni che ho programmati le vacanze ma non sono mai potuto venire. Scherzavano con mia moglie e dicevamo che forse sarebbe potuto avvenire solo venendo a giocare qui, ma lei mi diceva: "Il Cagliari è in serie A, scordati la chiamata".

Le mie posizioni sul calcio scommesse? Non ho fatto niente di straordinario, anzi. Ho avuto la fortuna di trovare persone oneste. Con i giovani bisogna parlare di questo.

Il mister non regala niente a nessuno e premia chi dà il massimo. Ai nmiei compagni che non hanno mai fatto la B dico: è difficile e il blasone non conta niente.

Io e il mister non siamo amici, nel senso stretto della parola. Devo cercare di capirlo io, non il contrario. Lo conosco, ma tutto lì. Conosco l'importanza del Cagliari, che ho seguito in tutti questi anni. E spero di cercare di onorare la maglia, sputerò sangue. La maglia 19? Non ha significati particolari".

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