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Vox populi, vox… casteddai

Cagliari-Parma vista dai tifosi

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La partita sta per cominciare. Tutti prendono posto al bar sport, alla spicciolata. E immancabili arrivano i primi commenti: “Un pareggio già va bene” è quello più gettonato. Qualcuno non perde tempo e si lamenta della formazione, in particolare Nenè non riscuote molta fiducia: “Non ci fa niente in attacco Nenè, è meglio Ibraimi”. Qualcuno si lancia pure in giudizi estetici sulle maglie del Parma secondo cui, traducendo dal sardo all’italiano, fanno defecare (giusto per usare un eufemismo: ci siamo capiti). Ma tant’è.

La partita comincia. E subito un brivido scorre nelle vene dei tifosi: Mirante arrischia un dribbling su Sau, un “Cess” generale si solleva dalla simpatica combriccola del bar sport. Poco dopo il centrocampista parmense Acquah riceve una pallonata all’inguine: un “Aaaah” all’unisono accompagna il replay, quasi a testimoniare la sofferenza e la solidarietà per il malcapitato, salvo poi commentare con le immancabili illazioni sulle doti, diciamo così, “fisiche” del giocatore di colore ducale e con battute sarcastiche e colorite sulla sua ormai perduta virilità.

Il primo tempo continua con un ottimo Cagliari in evidenza, qualcuno addirittura vede “Il miglior Cagliari della stagione”. Cassano non è tanto gradito qua al bar sport: prima si solleva un boato per la sua ammonizione, quasi come un gol; poi qualcuno, evidentemente ben informato sulle consuetudini igieniche del barese, gli urla contro un categorico “O caddozzu”. Babbo Natale ringrazia e prende nota per il regalo da fare al talento di Bari vecchia: un bel set di saponi e profumi.

A due minuti dalla conclusione del primo tempo, Avramov compie un miracolo; sul conseguente tiro dalla bandierina i commentatori Sky fanno notare come il Parma sia la squadra che segna di più dai calci piazzati: ciò che vale loro un bel “O cugurrasa” generale. Finisce qua il primo tempo, con qualche sbadiglio ma pure qualche timido applauso che testimonia la moderata soddisfazione dei tifosi del bar sport per la prima metà di gara del Cagliari.

Il Cagliari parte forte nel secondo tempo, e la folla viene immediatamente ridestata. Qualcuno ancora se la prende col povero Nenè e con Lopez, che “Deve fare entrare Cossu e Ibraimi, Nenè fuori”. Dopo cinque minuti il malcapitato Acquah effettua un tiro alle stelle, ma il bar sport si dimostra comprensivo e, riferendosi all’attentato alla virilità del ghanese di inizio gara, lo giustifica così: “Scedau, è kenz’ e bocciasa immou” (“Poverino, è senza testicoli ora”). Il bar sport soffre sull’azione devastante di Biabiany, tirando un sospiro di sollievo in perfetto sincrono sul salvataggio di Eriksson, e due minuti dopo reclama un “Rossoooo” su un fallo del gialloblù Mendes, salvo rimanere deluso per il giallo mostratogli dall’arbitro Tommasi. La partita latita, e pronte arrivano le lamentele: “Custus lanciusu anti pigau a s’anima” (“Questi lanci hanno stufato”) sbotta qualcuno, e Lopez pare cogliere l’osservazione. Entra Cossu per Eriksson, e la curva del bar sport si dimostra anche tatticamente competente: “Mo’ fa arretrare Ekdal”.

Al minuto 60 il bar sport urla al gol con Sau, ma è solo palo, con annesse tutte le imprecazioni del caso, è chiaro. Dieci minuti dopo finalmente qualche parola di apprezzamento per Nenè, che si gira e tira a fil di palo: “Bravu Nenè, bravu meda”. Il potere persuasivo del calcio.

La partita entra nella fase cruciale; nell’ultimo quarto d’ora si iniziano a ventilare nuovi cambi e qualcuno, in preda a deliri di onnipotenza, sbotta: “Deve entrare Ibrahimovic”.

Sceicchi e dirigenti del Paris Saint Germain permettendo, ovviamente. Un plauso e un incitamento generale va a Pisano per il salvataggio in scivolata che sbroglia un pericolo in area del Cagliari: “Dai Pisaneddu”. Al minuto 76 ancora Acquah al tiro, stavolta di un soffio alto, e al bar sport si sprecano i giochi di parole, giocando col nome del povero ghanese: “A cuaddu seusu” (“A cavallo siamo”). Qualche minuto più tardi, Sky offre un replay di Cellino intento a compiere il suo classico gesto scaramantico della lacrima, e la battuta di spirito non può mancare: “Cellino, je ‘ndi pottasa de ziddicca” (“Cellino, ma quanta cispa hai”). A quattro dal termine, arriva finalmente l’evergreen “Ammonilo” su un fallo di Munari, ma prontamente viene corretto dalla curva del bar sport: “Là che ammonilo non si dice”. L’ultimo sussulto è un colpo di testa di Amauri, al quale prontamente viene rivolto qualche gesto dell’ombrello. Ma siamo al novantesimo, passi per stavolta, dai.

La partita si conclude: tutti felici e soddisfatti per un pareggio che nel complesso può andar bene. Applauso generale e via. Tutti a casa a godersi i gol della domenica.

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