Venerdì scorso contro il Chievo, grazie alle reti siglate da Pisacane e Ionita, il Cagliari è salito a 12 gol realizzati di testa in campionato, diventando la squadra in Italia a segnarne di più così insieme all’Atalanta, e superando la Juventus ferma a 11, prossima avversaria tra l’altro dei sardi. In Europa invece, gli isolani sono terzi in questa speciale classifica, dietro solo al Tottenham e al Bayern Monaco, fermi a 14 centri.
Certo, con uno come Leonardo Pavoletti diventa tutto più facile. L’ariete con la 30 ha timbrato con la sua testina d’oro 7 delle 12 reti, e non potrebbe essere altrimenti, visto che si tratta uno dei primatisti a livello internazionale in questo settore. Una statistica di questo tipo però non è solo sinonimo delle qualità aeree dei singoli, ma testimonia anche una manovra sviluppata per questo tipo di giocata.
Il punto di forza dei sardi infatti, sono le palle inattive, come si nota dall’inizio di stagione e come si ha avuto conferma ultimamente, vedi i gol di Ceppitelli contro la Fiorentina su calcio piazzato di Lykogiannis e il gol dell’1-0 arrivato contro il Chievo sugli sviluppi di un corner, grazie a un pallone telecomandato di Pellegrini.
Un'altra via per il gol, Maran e i suoi uomini l’hanno trovata grazie allo sfruttamento delle corsie esterne, con i terzini che salgono in cattedra. Disponendo di due laterali di spinta come Cacciatore e Pellegrini, ma anche Srna quando è in giornata, il Cagliari butta numerosi palloni nell’area di rigore avversaria, e prima o poi, per forza di cose, almeno uno entra dentro. In questo modo, i rossoblù guadagnano anche in ampiezza, riuscendo a coprire tutte le zone del campo. Questo tipo di manovra è sorretto inoltre dagli inserimenti dei centrocampisti, mettendo in difficoltà i difensori che non hanno più punti di riferimento.
Per cui, anche senza Pavoloso a mordere nell’area, gli isolani fanno comunque del colpo di testa la loro specialità della casa.