In fondo ci hanno abituati sin da bambini. Tutto parte da quel "c'era una volta", da quella situazione idilliaca bruscamente compromessa, con la principessa che sembra non essere in grado di baciare il principe. Colpa di tutta una serie di prove ed ostacoli da superare. Una volta superati (e vengono sempre superati) ecco il bacio: e vissero tutti felici e contenti.

Ora mettiamoci d'impegno e vediamo se quest'ultimo atto si sarebbe potuto far meglio: 3-0 secco e senza appello, prestazione maiuscola dei rossoblù nella seconda frazione (dopo un primo tempo stile Valium), stadio gremito e addobbato a festa e, dulcis in fundo, Daniele Dessena the Return.

Il Capitano rossoblù è stato lanciato in campo da Rastelli, come il tecnico gli promise quando i sardi andarono a trovare il numero 4 in ospedale a Parma. Poche raccomandazioni prima dell'ingresso: "Stai largo e non farti passare la palla" (prova del fatto che il recupero non sia ancora completato) e un pallone toccato: in quel moments Daniele è stato acclamato dal Sant'Elia come avesse appena segnato il goal della Targa. Meritatamente, direi, dopo sei mesi di calvario passato ad assistere ai suoi compagni faticare per raggiungere un obiettivo troppo importante per il capitano.

Poi la festa, con i protagonisti speaker sul pullman scoperto, Storari che stappa lo champagne e Joao Pedro abbondantemente al di sopra  della norma del tasso etilico medio che canta El Taxi.

Una gioia immensa che la squadra ha condiviso per le vie della città col popolo rossoblù , che si è riversato nelle piazze per celebrare il ritorno nel calcio che conta. Una città in festa che si sta rialzando dopo aver vissuto l'incubo della B, una soddisfazione enorme per chi ha il Cagliari come unica fonte di allegria. Perché sarà anche vero che il calcio è la cosa più importante tra le meno importanti, però quando poi vedo tutta quella gente, tutti quei sorrisi e sento tutte quelle voci, qualche dubbio mi viene.