Caro Gigi, anzitutto buon compleanno e cento di questi giorni. Auguri, certo, ma soprattutto grazie per ciò che hai fatto per il Cagliari, per la città e la Sardegna intera. Il vostro mitico scudetto non fu solamente una vittoria sportiva probabilmente irripetibile. No, fu molto di più. Rappresentò l’ingresso della Sardegna in Italia.
Tu stesso, tempo fa, raccontasti orgogliosamente: "Avrei guadagnato il triplo. Ma la Sardegna mi aveva fatto uomo, ormai era la mia terra, ci ero arrivato a 18 anni. All'epoca ci sbattevano i militari puniti. Ci chiamavano pastori o banditi, oggi si scazzottano per fare le vacanze qua. Avevo 23 anni, la grande Juve voleva coprirmi di soldi, io volevo lo scudetto per la mia terra. Ce l'abbiamo fatta, noi banditi e pastori”.
E allora grazie per le gioie che hai saputo offrire ad una terra sofferente e dimenticata, periferica ancora oggi, lontana dai palazzi romani e dalle stanze dei bottini. Una terra discreta e orgogliosa come te, che non si piega mai, nonostante tutto. Grazie per essere anche tu come noi “un pastore o un bandito”.
Grazie per i tuoi gol, per quelli in Nazionale dove mai nessuno ha fatto meglio di te, esattamente come nel Cagliari. Grazie a nome di coloro che ti hanno visto giocare e grazie a nome di chi come me non ha avuto questa immensa fortuna ma che sa tutto di te e spesso vede e rivede emozionandosi non poco i tuoi “missili” mancini, le tue reti in acrobazia, i tuoi gol di testa nei numerosi video presenti sul web.
Grazie per le generazioni che verranno, per i figli dei figli di coloro che in quel lontano 12 aprile 1970 impazzirono di gioia per quella irripetibile, epica, mitica vittoria. Grazie perché, per merito tuo, i figli di quei figli sapranno tutto di te e di quel Cagliari.
Caro Gigi, grazie per essere uno di noi, un esempio per tutti, prima in campo e poi nella vita di tutti i giorni. Grazie per la tua discrezione, per quando ti vediamo passeggiare per Cagliari e spesso capita anche che non "osiamo" neppure salutarti e non certo per maleducazione: tu lo sai, noi sardi non amiamo disturbare ma sappiamo amare davvero, e i sardi ti amano e sempre ti ameranno, e questo tu lo sai bene e lo custodisci gelosamente nel tuo essere gentile e riservato.
Vedi, caro Gigi, mio figlio è nato nel 2009, 39 anni dopo la vittoria dello scudetto. Conoscerà tutto di te e sarai un mito e una leggenda anche per lui e per la sua generazione. È non c’è nulla di straordinario in tutto questo; perché tu sei Gigi Riva!
Tanti auguri di buon compleanno caro Gigi, a chent’annos!