La situazione è quella di uno scalatore che si è arrampicato sull'Everest, è arrivato in cima, ma ancora non può godersi il panorama. Deve aspettare, rimanere aggrappato, resistere, non mollare la presa. Oppure è quella di un cane che ha inseguito l'osso, quell'osso che il padrone aveva lanciato lontano e che aveva rischiato di perdere, perché un altro cagnone l'aveva avvistato. Ora ha superato l'altro e raggiunto l'osso, ma non può ancora sgranocchiarlo. Deve attendere, proteggerlo, nasconderlo sotto la terra e tornare a riprenderlo, senza dimenticare dove l'avesse sotterrato.
Il Cagliari oggi è primo in classifica in seguito alla sconfitta casalinga del Livorno contro un'agguerrita Spezia, che dopo quattro giornate in cui gli amaranto avevano fatto la voce grossa ha rovesciato loro un secchio d'acqua gelida in testa, svegliandoli da un sogno bellissimo e proiettandoli nella tana del leoni, la Serie B. Mentre tutto ciò accadeva i sardi "regalavano" un altro attentato alle coronarie dei tifosi con l'ennesima partita al cardiopalma, decisa da Giannetti per questione di decimi di secondo, quelli che gli hanno permesso di arrivare prima del portiere del Latina Di Gennaro e trafiggerlo inesorabilmente.
Una vittoria importante, perché ottenuta contro un avversario davvero ostico. Iuliano ha messo in campo la sua squadra perfettamente, invitando i suoi a giocare a viso aperto e affidandosi a delle individualità importanti come Acosty, Corvia o Olivera. E per poco la trappola elaborata dall'ex Juve non imbrigliava il Cagliari. Rastelli ha lanciato un segnale importante, dimostrando di voler vincere a tutti i costi, quando a quindici minuti dal termine ha improvvisato un attacco a quattro di Mourinhana memoria. L'imprevedibile Farias, il killer istinct di Giannetti, il tuttocampista Melchiorri e l'armadio a sei ante Cerri.
Una sfrontatezza che ha pagato, perché dopo cinque minuti i rossoblù hanno piazzato il colpo da game, set, match. A quel punto Melchiorri è stato dirottato a centrocampo, ma giurerei che ieri avrebbe potuto giocare anche in difesa con eccellenti risultati, Farias e Giannetti son stati arretrati sulla trequarti e Cerri è stato lasciato là davanti da solo, facendo a sportellate con chiunque e dando l'impressione che in attacco ci fossero due o tre uomini.
Ed è vero, le difficoltà iniziano ora col primato da mantenere, ma la poltrona da prima della classe è comoda, lassù si sta bene e certamente essere padroni del proprio destino è meglio di dover dipendere dai risultati della concorrenza.
E pazienza se ancora non si può osservare il panorama, l'importante sarà non farsi prendere dalle vertigini. E pazienza se ancora non si può mangiare l'osso, l'importante sarà non farsi prendere dalla fame. Ci sarà ancora tanto da lottare, tante maglie da sudare.
Bisognerà "mangiare l'erba" ancora per 37 partite ed evitare di specchiarsi. Guardare il proprio riflesso a volte può essere dannoso e Narciso docet. Per ora che ci guardino gli altri, che ci invidino e che desiderino batterci ad ogni costo. Ma, almeno per adesso, che salutino la capolista.

