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Per sempre...

Lo struggente addio al Cagliari di Daniele Conti, eterno capitano

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All'improvviso il tempo si è fermato. Il sole che tramontava ha deciso di aspettare, si è voltato verso il Sant'Elia ed ha visto un uomo salutare quella che per 16 anni è stata la sua gente, il suo popolo. Dal bambino che ha conosciuto il Cagliari solo con lui, al vecchietto che ha ammirato Riva ma si è innamorato di Conti.

Per qualche minuto i presenti allo stadio si son dimenticati di tutto, di questa dannatissima stagione, di questa retrocessione, di tutte le sfortune di un anno nero. E anche se avessero voluto pensare a tutte quelle sciagure non ce l'avrebbero fatta, perché ogni singolo neurone pensava a quel ragazzo con la numero 5 che ieri ha detto addio al Cagliari.

E in quei momenti non si pensava tanto al volto in lacrime del capitano, quanto al suo gol al Napoli allo scadere, a quelli alla Roma, a quello al Torino nel recupero, persino a tutti i cartellini gialli che hanno contribuito a cementarne la fama da gladiatore inesauribile. Perché non importa quanto tu lo abbia amato da tifoso, conta il fatto che Conti c'era durante la tua vita, da 16 anni a questa parte. Che per quasi due decenni hai guardato le partite della tua squadra con quel ragazzo in campo, conta che tante volte hai abbracciato i tuoi amici grazie a lui, che tante volte hai gridato e cantato per lui. Che altre volte, ma mai come ieri, hai pianto con lui.

Ieri il Cagliari ha salutato altre due bandiere come Pisano e Cossu, dopo undici e nove anni di fedele servizio. Due autentici idoli dei tifosi, sardi di nascita e con il cuore rossoblù. I due si son presi il caloroso saluto del pubblico ma hanno giustamente lasciato la platea al capitano, accompagnandolo nel suo struggente giro di campo.

E nel giro di pochi minuti tutto questo spettacolo era concluso, nonostante avrei giurato fosse durato ore, anni, sedici per la precisione.

Il sole che tramontava si è commosso e sarebbe voluto rimanere lì a osservare quella scena in eterno. Ma poi ci ha pensato un attimo e ha capito. Ha capito che non avrebbe avuto senso restare lì, perché alla fine in tanti passano lì, al Sant'Elia, ma poi tutti vanno via: tutti passano, tutti finiscono. E ha guardato per l'ultima volta quello stadio e ha visto l'unico che è passato e che non andrà mai via, quello che è arrivato lì, nel cuore dei tifosi, ed ha deciso di restarci per sempre. Per sempre.

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