Le lacrime che Cellino ha lanciato, copiose, in campo, a poco sono servite. Perfino la “discesa” fino alle spalle della panchina rossoblù per offrire qualche sollecitazione (non si sa per cosa) a mister Lopez, non ha fruttato quanto sperato.
Il Cagliari è uscito da Bergamo senza darsi delle concrete spiegazioni sul perché della seconda, immeritata, sconfitta consecutiva. Tre pali, uno dei quali clamoroso, colpiti nel primo tempo, sono un chiaro esempio di una partita dominata, che finisce con in mano un pugno di mosche. O forse nemmeno quello.
Autentica croce e delizia è stato Ibarbo, il quale ha creato le più pericolose occasioni, che però non hanno fruttato nemmeno una rete. La “perla nera” ha smesso di brillare quando, negli ultimi minuti, è stata cacciata dal terreno di gioco per una gomitata (o presunta tale) rifilata a Raimondi: quest’ultimo, per la cronaca, un bravo attore drammatico.
Ne deriva che domenica prossima il Cagliari potrà schierare solo due punte di ruolo (Sau e il giovanissimo Solinas): Nenè resta infortunato, mentre in tribuna si accomoderanno gli squalificati Ibarbo e Pinilla.
E allora, uno, e inesorabile, è il dato di fatto: al di là delle squalifiche e degli infortuni, i rossoblù necessitano di attaccanti, specie di una punta di peso. I cross di Cossu ormai sono preda dei difensori avversari, perché non sfruttabili da Sau, che proprio un gigante non è, e da Ibarbo, che preferisce giocare largo. Chissà quanti gol avremmo potuto segnare se avessimo avuto nella rosa il “Toni” della situazione, giusto per citare un esempio illustre.
Aggiungiamoci una rosa ridotta all’osso e un ambiente destabilizzato dai frequenti rumors di mercato, oltre a un “capitolo portiere” in costante aggiornamento.
Ma a noi sardi non piace piangerci addosso, e proprio nei momenti peggiori riusciamo a tirar fuori il meglio: il ricordo dell’insperata salvezza della stagione 2007/2008 rimane ancora ben stampato sulle nostre menti.
E dunque, proprio ora che la ruota non gira come dovrebbe, occorre reagire, compattarsi ed essere più forti della sfortuna. La classifica è sì preoccupante, ma non ancora drammatica.
Contro il Milan servirà l’apporto di tutti: dai pochi tifosi nel “rudere” quale è il Sant’Elia al pubblico a casa, dai giocatori in panchina a chi ha perso la testa in campo e guarderà la partita dalla tribuna, ma soprattutto da parte degli 11 gladiatori in campo.
Noi, come sempre, ci crediamo!