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Terremoto Cagliari: sconforto, lacrime, amarezza e una missione titanica

L'analisi del match contro il Milan

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Purtroppo non c'è niente da fare. Nella tempesta non riuscirai mai a cambiare rotta, anche volendo. Col vento in faccia non farai mai il record del mondo dei 100 metri e non potrai mai costruire un palazzo durante un terremoto. Quando le circostanze sono avverse, dalla prima all'ultima, capisci che il tuo scopo diventa ogni giorno più irraggiungibile. Questo non vuol dire che non puoi provarci. Sino a quando l'obiettivo sarà tanto importante, sino a quando ne varrà la pena, ci dovrai provare sempre. Solo credendoci scoprirai di poter andare contro vento, contro ogni terremoto.

Zeman ci crede ancora, l'ha detto lui stesso, ed il boemo non è tipo che racconta frottole davanti alle telecamere. Certo la missione salvezza sta assumendo i tratti di una impresa titanica e lo sconforto dei tifosi rossoblù aumenta con il crescere della consapevolezza che quella di quest'anno sia davvero un'annata storta. Lo si intuisce quando il tiro di prima intenzione di Joao Pedro, che sarebbe valso il pari, si stampa sulla traversa, quando vedi quanto i sardi seminino e quanto poco raccolgano, lo noti quando all'improvviso anche l'area di rigore pare espandersi...

Il Cagliari di Zeman quantomeno non è rinunciatario ed anche oggi ha provato ad imporre il suo gioco a San Siro. Vero che detto così fa esaltare più di quanto la realtà permetta, perché il Milan di ieri (e non solo) era davvero poca roba, lontano anni luce dai fasti che furono. Eppure alla fine hanno vinto i rossoneri e i rossoblù torneranno in Sardegna con quell'amaro in bocca che li ha accompagnati in troppe partite di questa stagione. Ora arriva la sosta e il tecnico boemo avrà il tempo di fare un po' di ordine nella squadra, rinfrescare le idee ed organizzarsi per cercare di ottenere quest'insperata salvezza.

Già dal match del Meazza avrà accumulato diverse certezze: sicuramente Gonzalez non è un giocatore Zemaniano. Il difensore è apparso spaesato e il compito che richiede ZZ ai terzini (praticamente reinventarsi come ali) non sta nelle sue corde. Da questo punto di vista sarà una manna dal cielo il ritorno di Balzano a pieno regime, lui è il prototipo del laterale di difesa Made in Zeman. Di sicuro chi sta giovando della cura boema è Farias, che è tornato il grilletto tutto dribbling del precampionato e del periodo di fuoco attraversato tra Novembre e Dicembre. Monumentale anche Diakitè, un armadio a sei ante piazzato lì a far da muro, ma anche runner di tutto rispetto con le sue scorribande offensive nello stile dei difensori brasiliani.

Analizzando invece i gol subiti dal Cagliari si nota cosa manchi a questa squadra per restare in A. Il primo è un capolavoro balistico di Menez, giocatore in grado di spostare gli equilibri di una gara, o con la sua tracotante classe o con la sua irritante indolenza. Un giocatore così, uno in grado di cambiare un match con una giocata, manca ai sardi. Poteva esserlo M'Poku, che ha numeri da campione e magari un giorno lo sarà anche, ma al momento non sta avendo un impatto così "prepotente": tante belle giocate ma mai quella che possa spaccare una sfida.

La seconda rete arriva da calcio piazzato, grande lacuna dei rossoblù da inizio campionato. Tanti, troppi gol presi in quel modo, anche se nel caso di Mexes una grossa mano l'ha data la Dea bendata. E poi il terzo gol, ampiamente commentato dalle sole immagini.

Non sappiamo se il Cagliari retrocederà , nessuno lo sa. Magari succederà anche, ed in tal caso ci sarà chi verserà lacrime rossoblù. Ma sino a quel momento ci sarà e c'è chi, nonostante tutto, ci crede ancora.

Contro ogni terremoto.

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