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Evanescenti

L’analisi della partita contro il Brescia

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Altra partita, altra trasferta e altro pareggio. Si potrebbe riassumere così il ruolino di marcia che il Cagliari ha sostenuto quest’anno per quanto riguarda le gare giocate lontano dalle mura amiche. Anche l’uscita contro il Brescia non ha riservato sorprese dal momento che i rossoblù hanno sprecato il vantaggio firmato da Gianluca Lapadula facendosi raggiungere da una rete di Dimitri Bisoli (figlio d’arte dell’ex bandiera Pierpaolo Bisoli, attuale tecnico del Sudtirol) decisamente evitabile quanto beffarda. In primis perché è valsa il pareggio delle rondinelle e poi perché firmata da un cagliaritano di nascita. Oltre al danno la beffa come si suol dire.

L’1-1 comunque è stato il risultato più giusto per quanto mostrato in campo dalle due formazioni. Entrambe non meritavano di perdere ma nemmeno di vincere poiché le prestazioni a livello offensivo sono state palesemente insufficienti. Il Cagliari ha avuto bisogno di rigore per calciare pericolosamente in porta con il proprio centravanti, il Brescia invece ha sfruttato un paio di grosse disattenzioni della retroguardia isolana senza le quali non sarebbe verosimilmente riuscita ad impegnare seriamente Radunovic. Nello scontro tra due squadre evanescenti per gioco e numeri offensivi ha prevalso perciò la tendenza a rischiare poco e scoprirsi anche meno. Così ecco spiegato l’ennesimo pari stagionale.

Purtroppo per il Cagliari però, nella situazione di classifica attuale, i pareggi servono a poco. I rossoblù sono entrati in un limbo da cui faticano ad uscire: non possono essere considerati una squadra dominante ma nemmeno una Cenerentola che accetti di buon grado qualsiasi risultato. La retorica del campionato difficile regge fino ad un certo punto quando poi ci si ritrova con la stessa o addirittura una classifica peggiore di formazioni sulla carta lontane anni luce. Tutti devono fare di più, dalla squadra alla società, passando per lo staff tecnico “colpevole” di alcune scelte perlomeno discutibili come far giocare Obert, un centrale, stabilmente sulla fascia, o il ridimensionamento del minutaggio di Azzi.

In questo senso occorrerà lavorare molto per trovare soluzioni di gioco alternative che possano rendere più varia ed imprevedibile la manovra dei sardi. Allo stato attuale è impensabile anche solo sperare di salire di categoria perché è vero che nel calcio non vincono sempre le squadre più forti ma è altrettanto indiscutibile che solitamente trionfano quelle più in forma. Malauguratamente, il Cagliari attuale non è nessuna delle due cose.

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