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Troppo poco Cagliari, altro che troppo Milan

L'analisi del match contro il Milan

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Sì, qualcuno ha già sentenziato “troppo Milan per questo Cagliari”. Una tiritera quasi nauseabonda che si ripete ogni volta che i rossoblù ne prendono una cassetta dalla big (o semi-big) di turno. E ci mancherebbe, si giocasse contro il Brasile dell'82' il ragionamento avrebbe anche una logica, ma se Giroud (gran giocatore, per carità) non ha vinto tre-quattro Palloni d'Oro forse si può ancora catalogare tra gli umani. E allora probabilmente è il caso di correggere la filastrocca: troppo poco Cagliari per questo Milan.

Tendenzialmente, per valutare la prestazione dei sardi, è sufficiente analizzare due dati. Il primo riguarda Cragno migliore in campo: quando succede, e non succede troppo raramente, il Cagliari è stato preso a pallate. Ieri il numero 28 non c'era e non ci è dato sapere come sarebbe potuta andare, fatto sta che Radunovic ne ha presi quattro e senza troppe responsabilità (perfettibile sulla punizione). Il secondo dato, e qui volevo arrivare, si analizza contando le volte in cui, in fase offensiva, Pavoletti varca la linea di metà campo. Il centravanti si sacrifica, collabora, gioca di sponda, sgomita, prende e tira calcioni. È cosa buona e giusta e sicuramente anche gradita, ma quando il ripiegamento si rende necessario con troppa frequenza diventa puro girovagare, e soprattutto qualcosa non quadra. Innanzitutto perché poi qualcuno l'area – ammesso che ci si arrivi – dovrebbe pur riempirla (e non è certo un caso che sul gol di Deiola ci fosse sovraffollamento, con anche Carboni a fare densità), in secondo luogo perché se l'unica proposta è l'appoggio su Pavoletti, allora si può tranquillamente chiarire che le idee scarseggiano.

Il Cagliari vagamente funzionante dell'ultima parte dello scorso campionato, del resto, poteva contare su un trittico pensante come Marin-Nainggolan-Duncan. Ammettendo che Strootman sia l'alter-ego del Ninja, almeno a livello numerico e nel carisma, è evidente che Duncan (o Rog, che però saltò anche metà dell'annata 2020-21) non sia stato sostituito. La sensazione è che ai rossoblù non manchi tantissimo per far girare gli ingranaggi, ma quel poco può segnare grossissime differenze. Il fatto è che il tempo non è tantissimo e probabilmente, da un club che a fine luglio aveva già chiuso Strootman e Dalbert, sarebbe stato lecito aspettarsi un agosto un po' meno sonnacchioso. Caceres, in questo senso, potrebbe essere la chiusura dell'equivoco che da tempo si porta dietro il Cagliari, che quando deve mettere toppe le mette ovunque meno che al reparto che ne avrebbe maggior bisogno. Se integro (ma non ci si può giurare, il caso Asamoah insegna) può essere il soldo che fa la lira.

Ora la pausa, con due settimane omaggio per correggere i segnacci a matita blu presenti nelle prima due giornate dei sardi. Meglio accorgersene subito.

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