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Oro, incenso e mirra: il ritorno-bis del Re Radja

Parte la terza avventura sarda di Nainggolan: ma sarà come le precedenti?

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È tornato. Ancora. Ninja che più Ninja non si può. Outfit total black, mascherina compresa - of course – e sguardo da vendetta. È tornato, ancora, come quel Michael che porta in testa un po' per tendenza, un po' per vocazione, nel suo New Era dei Chicago Bulls. Nero, manco a dirlo.

Dall'Epifania sarà tutto vero, altro giro, altro tango: oro, incenso e mirra, la cometa di Nainggolan sulla Sardegna. Per la terza volta, perché il non finito piaceva solo a Michelangelo. 
La Sardegna si aspetta tanto, a tratti tutto, ma lui lo sa. Del resto l'ultima volta che messianicamente (ri)sbarcò sulla Terra Promessa qualcuno aveva persino iniziato ad ascoltare la musichetta della Champions. 

Ecco, l'ultima volta. Tanto dolce il ricordo quanto duro il replay. Perché Nainggolan è la miglior risposta umorale – quasi politica – ad una piazza che rischiava la crisi di nervi dal crociato di Rog in poi. Una risposta pesante, intensa, mediatica ed immediata come fu quella di Pavoletti dopo la fuga di Borriello; robusta, come fu quella doppia del Cholito a braccetto con Olsen in seguito al k.o. di Pavoletti e Cragno, momentista come la firma di Ounas a Nainggolan saltato. 

Ma ad oggi non può essere la panacea universale. Vuoi perché la carta d'identità si aggiorna anche per i fuoriclasse, vuoi perché il 4 arriva da 42 minuti giochicchiati da inizio stagione. Ma soprattutto, Nainggolan non si aggiungerà al giocattolo, peraltro già di per sé assolutamente perfettibile, ma andrà semplicemente ad indossare la maschera di Marko Rog, un cyborg da quasi 1300 minuti stagionali: tradotto, novanta minuti su novanta a partita, tranne un paio di rarissime eccezioni. Il croato, giocatore poco vistoso ma clamorosamente impattante, ha trascinato il centrocampo rossoblù a botte di chilometri, esaltando le geometrie di Marin e “rischiando” di diventare insostituibile: forse, anche per Nainggolan, che l'anno scorso gongolava nelle vesti del deus ex machina. Tutto molto vero, per carità, ma quel deus beneficiava anche, se non soprattutto, della guerra che Nandez – e lo stesso Rog – scatenavano attorno al loro faro, quasi un quarterback. Pensare che Nainggolan sia pronto ad indossare l'elmo per far da scudiero a Marin è irrealistico, è chiaro, ma probabilmente lo è anche solo ritenere che l'impatto del belga possa essere devastante come lo fu un anno e mezzo fa. 

Poi certo, uno come lui meglio averlo che non averlo, perché il Ninja resta un giocatore di livello internazionale entrato nelle possibilità del Cagliari per qualche congiuntura astrale, e in questo momento storico rimane un hotel cinque stelle (quasi) gratis. 

Funzionava così: dovessi un giorno aver paura, chiudi gli occhi. Lui tornerà.

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