Il piano è riuscito, anche se non senza tentennare di fronte ai buccioni di banana disseminati attorno a questo terzo turno di Coppa Italia. L'idea di Di Francesco era chiara: cogliere quanti più piccioni possibili con una sola fava, la sfida alla Cremonese. Il primo piccione era il passaggio del turno, ottenuto con una sudata con vista su quella parola che si scrive Pordenone e si legge dejavu; attore protagonista Guglielmo Vicario, eroe just for one day, quasi a suggerire che avere Cragno in porta è una delle cose che più fanno sentir sicuri sulla faccia della Terra, ma qualora un giorno dovesse salutare non ci si butterà dal ponte.
Il secondo era passare il turno senza affaticare i titolari, colto ma non coltissimo perché l'assalto della Cremonese nel secondo tempo ha convinto DiFra – tra vedere e non vedere - a buttare nella mischia qualche prima linea. Terzo piccione: far mettere minuti sulle gambe a chi aveva bisogno di olio per il motore. Su tutti, Ounas e Pavoletti, utilizzati sin qui solo a partita in corso, Bene soprattutto l'algerino, pericolo numero uno con guizzi e serpentine tutt'altro che piacevoli: non è un caso che il gol del sollievo sia arrivato da un'azione da messa in proprio dell'ex Napoli.
La perfetta conclusione del piano sarebbe potuta essere l'eliminazione del Verona – prossimo avversario in Coppa - per mano del Venezia, ma dopo una partita pressoché infinita – sino ai calci di rigore – gli uomini di Juric hanno confezionato il passaggio del turno, “regalando” al Cagliari una partita tostissima nel cammino.
Il torneo non è certo una priorità, va detto, ma l'irresistibile fascino dell'eliminazione diretta tornerà a presentare il conto a fine novembre. E lì servirà un piano ancora migliore. Forse pure due fave.