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Cagliari, quanta mole sotto la Mole

L'analisi del match contro il Torino

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Il Cagliari c'è e c'è ovunque. Pure sulle corsie, trattate per settimane come la prosopopea del dilettantismo allo sbaraglio, oggi finalmente convincenti. È bastato sottrarre alla cattività Joao Pedro, reintrodurlo nel suo habitat naturale e passar sopra al misunderstanding di inizio carriera che ancora oggi condiziona l'interpretazione del ruolo del 10 rossoblù. Il verdeoro è un attaccante a tutti gli effetti, più una punta e mezzo che una seconda punta, ma il mestiere del centravanti in Brasile è svilente e poco incline ad attrarre l'occhio degli osservatori europei, che se buttano l'occhio da quelle parti lo fanno per cercare il saltimbanco e non il killer. Così in Brasile si continua a sfornare una vagonata di Ronaldinhi, o aspiranti tali, e un Joao Pedro qualunque viene infiocchettato con la 10 e l'etichetta del trequartista. Un equivoco, niente di più e niente di meno, anche perché Joao non sarà mai in grado di dare ciò che oggi ha dato Sottil, senza andare a scomodare il trascendentale chiedendo di essere Nandez.

Già, Nandez, artefice non firmante di almeno metà di questa vittoria, con una corsa in stile Tuco al cimitero di Sad Hill e una qualità mai offuscata da cali di energie che esistono in tutti i dizionari del mondo meno che in quello di casa sua. Un mostro. Con un carrilero come El Leon a seminare il panico, facile per Zappa scrollarsi la polvere e prendersi la scena, con Di Francesco che potrebbe trovarsi tra le mani la bomba inesplosa della fascia destra.

Poi ogni discorso è comunque rimandato, perché è troppo presto per alzare il colletto e perché il Torino visto ieri è apparso oggettivamente imbarazzante, una sfilata del repertorio Belottistico più che una squadra, col Gallo a giocare e gli altri molto meno. Però ciò che impressiona di questo Cagliari è la quantità a disposizione, con giocatori di gamba e polmoni spalmati in ogni reparto. L'accento sul discorso è del Cholito, un mangiaerba con la doppietta in canna che ieri ha dato fondo all'arsenale, facendo la voce grossissima su palle sporche e pressing collettivo. Ancora molti meccanismi son da rodare, ma intanto il Cagliari riparte da tre punti sotto la Mole e la certezza di avere una squadra con tanta, tantissima, mole in serbo. Non è poco.

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