Salti o non salti? Due mesi fa avresti saltato, e pure a piedi uniti. Poi il fossato si è fatto largo, le paure lo hanno reso buio e le gambe hanno tremato. Salterò la prossima volta, hai detto così. Quella volta non è arrivata, è calato l'inverno, le giornate si sono accorciate ed il fossato era lì, senza luce.
Il salto non è ancora arrivato, nemmeno ieri, ma le gambe son più forti. Il Cagliari ha respirato aria di volo, ha capito che tutto sommato là sotto non c'è così tanto buio. Forse la soglia psicologica è stata superata, ma questo lo si vedrà soprattutto domenica prossima a San Siro. Ai rossoblù resta una prova coraggiosa, con ventisette tiri (di cui nove in porta) e una striscia negativa finalmente interrotta. Soprattutto, la sensazione che il giocattolo si stia rimettendo apposto, perlomeno in qualche ingranaggio: tanto per cominciare, la doppietta di Joao Pedro, che piazza i suoi gol numero dodici e tredici e riaccende la sua stagione irreale. Il primo gol, inoltre, arriva dalla versione autunnale del Cagliari: Nandez che si allarga e va al cross, Joao che Pavoleggia e conclude. Ancora poco per gridare resurrexit, ma qualcosa per riprendere a sperare nel cambio di rotta.
Offensivamente i sardi funzionano, e la produzione offensiva di ieri lo dimostra; sicuramente c'è qualcosa da rivedere in fase di non possesso, quando i rossoblù vanno decisamente in affanno. Alla prossima mancherà Pisacane (diffidato e ammonito) e pensare di fermare l'Inter al Meazza con Walukiewicz e Klavan (già tramortiti a Torino da CR7) appare un tantino velleitario.
Ecco perché in settimana, soprattutto se non dovessero arrivare notizie confortanti dal bollettino medico di Ceppitelli, è possibile che Carli intervenga per confezionare un centrale fatto e finito, pronto per Lukaku e Lautaro. Il Cagliari si troverà di fronte una squadra senza margine di errore, dopo il pareggio di Lecce che ha permesso la primi mini-fuga della Juventus. I rossoblù hanno preso le misure in Coppa Italia, sanno cosa correggere e ora devono solo capire come.
Un po' come quel famoso fossato, la voragine degli ultimi due mesi. Ora Maran e i suoi sanno di poterlo passare. Bisogna solo capire come.