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L'occasione sprecata

L'analisi del match contro l'Inter

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La Coppa Italia piace a tutti, si sa. Perché l'eliminazione diretta affascina, tanto per cominciare. Poi quel premio finale, che mette in palio la qualificazione diretta all'Europa League, senza passare dal via. E non si sa per quale misterioso motivo, passare dalla Coppa viene percepito come più agevole dal tifoso. Probabilmente perché sono sufficienti poche vittorie, perché il traguardo si può osservare ad occhio nudo e senza aspettare 38 gare. Eppure, e il match di ieri lo dimostra, passare un turno non è esattamente la passeggiata che ci si aspetta: serve una gara perfetta, e serve più volte.

Il Cagliari ha trovato di fronte a se un'Inter da combattimento, con titolari in gran spolvero e riserve lukakeggianti, forse motivate dalla chance a disposizione. Se poi si conta che i sardi abbiano deliberatamente scelto di concedere un gol di vantaggio ai nerazzurri, il prodotto finale non può che essere un massacro. Un peccato per i rossoblù, non tanto per il passaggio del turno, quanto per le risposte (non arrivate) dalle seconde linee. In primis Oliva, che aveva l'occasione per dimostrare che Cigarini, almeno qualche volta, potrebbe prendersi un turno di riposo. Erroraccio iniziale a parte, "compensato" dal gol (generosamente, perché il peso specifico è chiaramente ben diverso), l'uruguagio non ha retto l'impatto con San Siro, venendo risucchiato da Brozovic sotto le luci della Scala del Calcio. Impietoso anche il confronto tra Nandez e Barella, coproprietario della copertina del match con Lukaku: se mai fosse esistito qualche dubbio sulla differenza tra l'ex Boca e l'ex 18 rossoblù, oggi è stato ampiamente dissipato da un match che ha iĺlustrato ampiamente la differenza di categoria tra i due giocatori. Male anche Castro e Ionita, abulici e dimenticati, mentre emergono positivamente Faragò e Cerri, i più propositivi e combattivi nel corso della Caporetto.

Menzione a parte merita Nainggolan. Gioca bene, sempre e comunque. Incide quasi in ogni occasione ma ieri, specchiandosi in un Barella che ringhiava e crossava trascinato da una Curva che sogna lo scudetto, anche il belga potrebbe aver provato un po' di nostalgia per i grandi palcoscenici. Il Cagliari deve reagire, perché giocando così, il Ninja non lo si convince mica.

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