Che non fosse la partita del secolo lo si era intuito sin da quando il flessore del signore portoghese con la 7 si era indurito più del naturale. Poi ci si è messo il polpaccio di Dybala e si è proseguito con la febbre per Mandzukic. Alla fine non c’è rimasto più nessuno, nemmeno il Cagliari.
Già, perché senza Ronaldo in molti hanno rinunciato ad andare allo stadio, e tra quella folta schiera di persone rientrano pure i rossoblù, rimasti in albergo ieri sera.
Rientra tutto in una vecchia logica: il prossimo fine settimana c’è la Spal, match ball salvezza, e cercare di fare Leonida coi 300 per perdere con la Juventus e rimanere senza energie per domenica sarebbe potuto essere controproducente. Ma c’è un ma, o più d’uno.
Tanto per cominciare, mai come ieri negli ultimi 6-7 anni (e probabilmente anche nei prossimi 6-7) la Juventus sembrava battibile. Al terzetto di assenti già citato andavano aggiunti Douglas Costa, Perin, Spinazzola, Cuadrado, Barzagli, Khedira più il panchinato Cancelo, praticamente un bollettino di guerra, che consegnavano di fatto ad Allegri una panchina con, tra gli altri, Del Favero, Kastanos, Nicolussi e Mavididi: di fatto gli uomini a disposizione di Maran erano superiori ai bianconeri.
Inoltre i sardi erano reduci da due successi consecutivi che avevano regalato una posizione di classifica tutto sommato serena: non so quante altre volte è capitato (e capiterà) di poter affrontare la Juve con la consapevolezza di aver quasi raggiunto l’obiettivo stagionale. Possiamo solo immaginare cosa avrebbe potuto significare strappare i tre punti ai bianconeri in questo momento della stagione, andando a tre vittorie consecutive e mettendo nel mirino la quarta.
Invece i sardi hanno lasciato sin dall’inizio il pallino del gioco alla Juventus, con il più classico dei “fai di me ciò che vuoi” che ha finito per giocare a favore dei Campioni d’Italia: contro questa squadra puoi sperare nel miracolino giocando all’arrembaggio e sull’effetto sorpresa, sulla partita scomposta e sul casino, ma se la si butta sulla guerra di logoramento quelli ti sbranano metro a metro, trincea dopo trincea. Perché puoi essere preciso e ordinato, ma loro lo saranno di più. Non è un caso che il Cagliari sia stato punito alla seconda imprecisione da palla inattiva: alla prima Caceres aveva trovato un attento Cragno, alla prova del bis Bonucci non ha mancato l’appuntamento. Da lì in poi la Juventus è andata in controllo, coi sardi che solo sporadicamente si affacciavano timidamente dalle parti di Szczesny. Pavoletti si è fatto compagnia con Chiellini e Bonucci, Joao Pedro manco si è visto.
Domenica c’è la Spal. Meno male. E che barba.