Non passa lo straniero. Non stavolta. Dopo anni di colonialismo, dopo ripetuti saccheggi a suon di gol e bandiere con le strisce colorate piantate sul suolo sardo, i rossoblù hanno alzato la testa, svestito le bende e cacciato l'invasore.
Spesso in questi casi la retorica inciampa sulla famigerata è necessaria partita perfetta: la verità è che ieri serviva una gara quasi perfetta. E il Cagliari è stato quasi perfetto. Perché il gol dell'Inter era evitabile, perché il rigore si sarebbe potuto tranquillamente calciare quattro-cinque metri più in basso e perché troppe volte i sardi hanno dovuto congiungere le mani per ringraziare la gentile concessione di Sant'Alessio da Fiesole.
Eppure la Gioconda resta un'opera d'arte pure coi baffi disegnati. E il Cagliari, ieri notte, è tornato a casa col timido, affascinante e misterioso sorriso della Mona Lisa: disegnato da Pavoletti e spennellato da Srna, incorniciato da Cragno e rifinito da Despodov, squarciato da Barella alla Lucio Fontana.
A dirigere l'atelier Maran, che stavolta ha veramente realizzato un capolavoro: contro la mediana nerazzurra a due il tecnico ha irrobustito il centrocampo del Cagliari, andando costantemente in superiorità numerica nella zona nevralgica del campo.
Merito anche di un sontuoso Barella, che tra le linee non lasciava mai punti di riferimento, risultando un jolly impazzito per l'Inter. Nicolò ha risposto così a chi si chiedeva dove effettivamente Maran avesse deciso di impiegarlo: la verità è che l'unico ruolo del 18 è non avere un ruolo, agire da tuttocampista, presentandosi ora sulla trequarti da rifinitore ora in regia da playmaker, per riciclarsi persino da diga in interdizione. Il rigore rugbistico non cancella una prestazione da gigante, e oggi più che mai Vecino e Brozovic avranno avuto modo di osservare chi potrebbe scippargli il posto nella prossima stagione.
È cosa buona e giusta sottolineare anche il grande ritorno di Srna ad altissimi livelli, dopo un periodo di pensione provvisoria. Ieri Darjo ha offerto un menù vintage con sapori Shaktar, rivelandosi una spina nel fianco di un Asamoah in bambola.
Col clamoroso successo di ieri i rossoblù archiviano il discorso salvezza: con ventisette punti in ventisei gare e circa 8-9 da conquistare nelle ultime dodici ci si salva i. Tutte le salse, specie se, come nel caso di ieri, la squadra ha le cartucce.

