All'Immacolata l'albero, le luci. Il Natale inizia quel giorno, quando le città si tingono di rosso e si accendono come in nessun altro periodo dell'anno. Poi arriva il giorno, si scattano i regali, si mangia e si beve sino a sera. I momenti di euforia si esauriscono il 31, quando nell'aria si respira il sacrosanto desiderio di chiudere l'anno nel modo migliore. Con un brindisi, con un sorriso, con una vittoria. A Bergamo, contro l'Atalanta dei miracoli, quelli belli, quelli divertenti, quelli europei.
Come non importa, almeno per una sera. Perché storcere il naso non ha senso, non in una sfida come quella di ieri. A chi conta, la squadra, non importa. E quelli a cui importa, i perfezionisti, non contano.
A volte sfugge l'idea che sulla maglia ci sia scritto Cagliari e non Real Madrid. E allora i rossoblù espugnano Bergamo ma hanno subito troppo, e allora si chiude il girone d'andata con una vittoria ma al circo ci si diverte di più coi leoni e i trapezisti, e allora si sono strappati tre punti ma se ne potevano strappare quattro. La perfezione non esiste, non c'è nella vita, figuriamoci nel calcio. Di Matteo ha vinto una Champions League con 90' a partita di catenaccio, con palla a Drogba e che Dio ce la mandi buona, ed è per questo che non riesco ad essere insoddisfatto quando si batte l'Atalanta senza doppi carpiati.
Oggi il Cagliari è in perfetto ritmo salvezza, e finalmente rallentano là dietro, coi rossoblù che frappongono cinque punti tra loro e le braccia di Caronte.
Non sufficienti per dormire sonni tranquilli, ma abbastanza per iniziare il nuovo anno col piede giusto. A gennaio si giocherà pochissimo e sarà fondamentale il lavoro extracampo, quello in sede di mercato. La dirigenza sarda dovrà tamponare gli svariati buchi nella rosa a groviera messa a disposizione di Rastelli prima e Lopez poi.
Qualcosa dovrà esser fatto e qualcosa sarà fatto. L'impressione è che i sardi abbiano bisogno di un pezzo per ruolo, e non di comprimari che scaldino la panchina. Giocatori pronti, fatti e finiti per andare all'assalto nel girone di ritorno. Un laterale mancino, un alter ego di Cigarini, una seconda punta, forse due in caso di cessioni. E sarà salvezza facile facile.

