Doverosa premessa: non è facile tirar fuori un Van Gogh con gli acquerelli. Seconda doverosa premessa: non è facile far bella figura se con gli acquerelli sfidi Picasso a chi fa il quadro più bello. Il problema è che sta cambiando il problema. Perché l'anno scorso Capozucca aveva preso una neopromossa e con due spiccioli aveva messo in piedi una potenziale macchina da guerra.
E in quel caso a Rastelli spettava il dolce e amaro compito di far funzionare il giocattolo: da grandi campagne acquisti derivano grandi responsabilità. Quest'anno la musica è cambiata, con una pesante ed evidente involuzione. Via Bruno Alves, via Murru, via Isla, via Di Gennaro, via Salamon, via Borriello.
Il risultato è che oggi la rosa del Cagliari sguazza negli abissi della mediocrità. Se poi due degli elementi con più qualità (suonare ai cifofoni Sau e Pedro) stanno a scaldare la panchina, il risultato è che l'esordio di campionato diventa l'allenamento del giovedì della Juventus.
Per carità, i bianconeri sono di un altro livello e il ragazzo con la 10 ha poco di terrestre, e a ciò va aggiunto che il Cagliari le sue due-tre occasioni le ha anche avute, ma la sensazione è che con questo organico strappare una X contro una big rischia di diventare un'impresa alla Leonida. A proposito delle chance sprecate, due parole vanno spese per chi, in queste ore, sta portando la croce sul Golgota: Farias e Faragò. Andiamo per ordine.
Guai a sparare sul brasiliano per il rigore sbagliato. Il diciassette è l'unico (o uno dei pochissimi) in grado di regalare imprevedibilità alla manovra dei sardi. Privarsi anche di lui sarebbe l'ennesimo suicidio calcistico del Cagliari. Giocatori come lui non passano tutti i giorni e, se qualche volta non imbrocca la partita, va protetto e non attaccato. Del resto ormai lo conosciamo, Farias è questo ed è quello che l'anno scorso vinse da solo col Sassuolo. Prendere o lasciare.
Poi Faragò. Ma com'è che sbaglia sempre, diranno i golosi. Ma com'è che su tutti i palloni c'è sempre lui, com'è che tutte le occasioni le ha lui, suggerirei. Occhio, perché se questo ragazzo si sgrezza, ha sei-sette gol nelle corde.
Chi invece ormai non sbaglia più mezza gara è Barella, ma ormai manco fa notizia. Non è più nemmeno questione di precocità, ormai Nicolò è proprio un giocatore di alto livello, attorno a cui andrebbe costruita (e non smontata) una squadra al suo pari. Van der Wiel è un bel colpo in questo senso, perché Padoin non è un terzino (e tanto meno un marcatore) e lo ha dimostrato venendo sbranato da Mandzukic sull'1-0. Però il Sahara è là davanti, dove Borriello, a furia di star solo a ballare, ha abbandonato la festa.
L'attaccante in più serviva prima (in tempi non sospetti avvertii sulle motivazioni in meno e l'anno in più di Borriello) figuriamoci ora. Prendere un bomber diventa necessario e urgente, o il divario con le tre formazioni cuscinetto (Spal, Benevento e Crotone) rischia di assottigliarsi. Tanto più se le altre si rinforzano. Dalle parti di Ferrara, ad esempio, è arrivato uno che la porta la vede. Si chiama Borriello ed è ciò che oggi farebbe al caso dei sardi. E che manca già.