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E' un Cagliari fermo all'autunno

L'analisi del Match contro la Lazio

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Ancora un giorno e sarà primavera per tutti, meno che per il Cagliari. I rossoblù sono rimasti all'autunno, alle foglie sospese tra la resistenza sui rami, seppur secche e consumate, e la caduta.

La Lazio poteva essere l'occasione per dire 21 marzo con due giorni d'anticipo: arrivava al Sant'Elia una delle squadre più belle di questo campionato, una squadra in grado di fare risultato ovunque grazie soprattutto a quel tridente là davanti, quei Felipe Anderson-Immobile-Keita che per qualsiasi difesa sembra un po' il set di The Ring. Battiamoli e saremo grandi, giochiamocela e saremo grandi lo stesso. Invece no, tra il salire sul palco e unirsi allo show e calare il sipario i sardi hanno scelto la seconda. Anziché ruggire più forte del leone mettiamo la museruola, noia mortale ma punto portato a casa, alla faccia di chi paga il biglietto.

Chiaro, la Lazio è la Lazio e non è il caso di far troppo gli esteti, un punticino è grasso che cola. Sul modo, si può discutere. Sul modulo, ancora di più. Dal tridente lanciato allo sbaraglio a Torino (sponda granata) Rastelli ha iniziato a giocare a Uno, si tolga una carta alla volta sino a rimanere senza. Così dalle tre punte alle due, sino a gridare Uno e lasciare Sau, non esattamente un granatiere, da solo nell'isola. Sarà questione di moda, quel vezzo dei giorni nostri di schierare più centrocampisti possibili quasi a voler improvvisare Tiqui-Taca parodistici ogni volta si ha la possibilità, quel vento catalano che rende il falso nueve roba per artisti e il centravanti anacronistico.

Borriello era out, certo, ma anche nelle ultime settimane si è sempre preferita la sentinella singola in attacco (alla faccia di Immobile e compagnia). Un esempio è quel numero 17 fermo in panchina, quel Diego Farias che entra e spacca la partita, sbaglia anche un gol oggettivamente fattibile, ma intanto la crea, e nel Cagliari versione trincea di ieri è comunque un caso isolato.

Punto guadagnato più che due punti persi, questo sì. Quindi per ora l'applauso è legittimo e guadagnato, poi un giorno lo spettacolo inizierà.

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