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Il cespuglio di rose con le spine o il cespuglio spinoso con le rose?

L'analisi del match contro il Bologna

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“Possiamo lamentarci perché i cespugli di rose hanno le spine, o gioire perché i cespugli spinosi hanno le rose”. Scegliere da che parte stare, perché è vero che il Cagliari ieri meritava di portare a casa i tre punti, ma è vero anche che sino all’ultimo minuto rischiava di perderla. Vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, insomma. Ma alla fine, basta che disseti. E per ora la sete rossoblù è sazia. Perché la classifica dice comunque quota ventisette, e non inganni la resurrezione da terzo giorno di Crotone e Palermo, la salvezza è già cosa fatta.

Ciò non significa che le restanti sedici gare non contino, anzi. Un conto è concludere un campionato al decimo posto, un altro è al sedicesimo. I rossoblù lo sanno e ieri hanno tirato fuori dal cilindro una prestazione maiuscola. Solo che il calcio è tanto bello quanto ingiusto, attacca il Cagliari ma la butta dentro il Bologna, come volevasi dimostrare.
Solo che a volte il Dio del calcio non ci sta, e piuttosto che lasciare Jack the Ripper in stato di libertà e Wojtyla in manette interviene: doppia espulsione emiliana, punizione al limite dell’area per i sardi.

Sul punto di battuta un ragazzo che, a quasi 35 anni, sta portando a scuola svariati ragazzi di belle speranze, spiegando un po’ ovunque che il bomber, quello vero, non invecchia mai, che alcuni calciatori continueranno a segnare anche con la dentiera nel campetto di calcio dietro la casa di riposo. È Marco Borriello, quello finito da qualche stagione e appena iscritto al club dei doppia cifra. La conclusione della carriera si starà anche avvicinando, ma intanto Marco si vuol prima prendere il suo personale TFR.

Se poi ad un Borriello versione killer aggiungiamo un Marco Sau ispiratissimo, il potenziale offensivo dei sardi, una volta tornati a disposizione Farias e Joao Pedro, risulta in grado di competere con qualsiasi difesa. Diverse opzioni nell’arco di Rastelli, a cui si potrebbe aggiungere un’altra freccia nei prossimi giorni. Potrebbe essere la vola buona per il ritorno di Ibarbo in Sardegna, che dovrà finalmente decidere cosa voglia fare da grande. Ricordarsi ed essere ricordato o dimenticarsi ed essere dimenticato. Il passo è breve.

Può anche scegliere di restare così com’è. Ma i tifosi tendono a vedere i cespugli di rose con le spine.

 

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