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Jeda: "Cagliari squadra tranquilla e sicura di sé. Melchiorri grande attaccante"

"La società ha fatto un mercato di livello, prendendo giocatori forti e di categoria. Rastelli l'anno scorso ha fatto un qualcosa di importante. Va lasciato lavorare. La classifica è ottima nonostante le assenze"

La Redazione
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Jeda Capucho Neves. Questo nome dirà sicuramente tanto, soprattutto ai tifosi del Cagliari. L'attaccante ex rossoblù, attualmente in forza al Seregno, è sempre rimasto legato al club isolano. La redazione di news.superscommesse.it l'ha contattato per parlare della squadra di Rastelli, del suo momento, della partita di mercoledì con la Lazio e di tanto altro.

Pensi che la sconfitta con la Fiorentina abbia un po' spento l'entusiasmo suscitato dalla vittoria sull'Inter?

"Non credo. Io sono stato a trovare il Cagliari prima della partita con l'Inter. Ho trovato una squadra molto tranquilla e sicura di sé. In questi casi non bisogna farsi prendere dalla negatività di un tale risultato. Io mi aspettavo una partita spettacolare. Perdere 5-3 in casa per una squadra come il Cagliari è un qualcosa di strano, questo sì. Il problema è stata la concentrazione. Esser passati in vantaggio subito ha fatto magari pensare inconsciamente di aver come già vinto. Lì invece serviva dare quel qualcosa in più, anche perché la Fiorentina è una squadra forte e di qualità. Ma, ripeto, non occorre fare allarmismi. I rossoblù sono una buona squadra, ma devono giocare sempre al massimo".

Secondo te, le assenze di giocatori come Joao Pedro e Dessena stanno pesando?

"Sì. Ho parlato con Rastelli, una grande persona, che mi ha detto che contro la Juventus non ha avuto la possibilità di fare qualche cambio per via delle assenze. La Serie A richiede che tu abbia una rosa ampia e competitiva. Giocatori importanti, come Joao Pedro, Dessena, Ionita e Farias sono fondamentali e i loro infortuni stanno un po' complicando il cammino del Cagliari".

Hai parlato di Rastelli. Il mister sta un po' vivendo sulle montagne russe. Servirebbe un po' più equilibrio?

"La società ha fatto un mercato di livello, prendendo giocatori forti e di categoria. Rastelli l'anno scorso ha fatto un qualcosa di importante. Va lasciato lavorare. La classifica è ottima e con la rosa al completo si potrà fare ancora meglio. La gente non deve pretendere chissà cosa. Il Cagliari non deve vincere il campionato. La proprietà è cambiata da poco. Occorre del tempo per assestarsi e bisogna vedere cosa accade quest'anno. Vediamo dove può arrivare. Io sono dell'idea che possa fare molto bene. Può ambire tranquillamente a un posto in Europa, perché il campionato aperto e te la puoi giocare con tutti, eccetto le prime tre/quattro. Una sconfitta non può mettere in discussione tutto il lavoro dell'allenatore".

Da attaccante, a cosa ti fa pensare la storia di Federico Melchiorri?

"Mi ha sorpreso. Non pensavo fosse un giocatore che potesse fare così bene anche in Serie A. Stiamo parlando di un giocatore di spessore e che può dire la sua. Non è giovanissimo. Un po' come me è arrivato un po' tardi nella massima serie. Ha trovato il momento e la squadra giusta finalmente".

Gli si poteva dare più fiducia e provare a farlo giocatore titolare, magari non prendendo uno come Borriello?

"Un giocatore come Borriello ti assicura tanti gol e ha dimostrato tutto il suo valore. È sempre meglio avere una sorta di usato sicuro, a cui magari ci si può ispirare. Possono anche giocare insieme con un trequartista dietro. Il Cagliari ha comunque un ottimo attacco. Anzi forse sono pure troppi. Qualcuno deve stare in panchina e deve accettare questa situazione, aspettando il suo momento. L'allenatore ha però una vasta gamma e possibilità di scelta".

Che idea ti sei fatto sulla vicenda Storari?

"Premetto che porterò il Cagliari e i suoi tifosi sempre nel cuore. Però bisogna vedere che tipo di persona vai a contestare. Storari è stato un giocatore importante. Siamo arrivati insieme in Sardegna. Stiamo parlando di un grandissimo uomo. Ho seguito la vicenda e mi è dispiaciuto, perché non capivo quale poteva essere il malumore della tifoseria. Non mi schiero e non voglio mettermi in mezzo, ma bisogna riflettere prima di prendersela con uno così. Il fatto che sia sceso di categoria per tornare a Cagliari dice tanto. Lui ha dato molto ai colori rossoblù, ma sa anche di aver ricevuto molto".

Parliamo della sfida con la Lazio. Tu segnasti una doppietta in quel famoso Lazio-Cagliari 1-4...

"Spero che sia una partita spettacolare con parecchi gol. I rossoblù giocano un calcio aperto e senza paura di affrontare nessuna squadra. Quella fu una partita molto particolare. I biancocelesti sbagliarono due rigori. Segnarono dopo tre minuti, ma dopo 5 minuti ribaltammo la partita. Azioni da una parte e dall'altra. Un bello spettacolo".

Ti aspetti una reazione dal punto di vista caratteriale e motivazionale da parte del Cagliari?

"Non deve fare una partita difensiva. Non ne ha le caratteristiche. Io credo che dimostrerà che ieri è stato un caso. Sono sicuro che ci sarà una reazione caratteriale. Sì, me l'aspetto. Parliamo di una squadra esperta e matura".

Quale giocatore della Lazio può mettere in difficoltà il Cagliari?

"I tre là davanti. Immobile è un giocatore di grande movimento, bravo ad attaccare le profondità e soprattutto sa fare gol. Lui e Belotti saranno il futuro della Nazionale. Ieri tra l'altro, oltre ad aver fatto una rete meravigliosa, ha dimostrato maturità e rispetto, non esultando dopo esser stato fischiato. Lui ha sempre onorato la maglia del Torino e quindi sinceramente non capisco i fischi. Poi ci sono Anderson, che è ormai una realtà. e Keita, un giovane di grande qualità di qualità. Riuscire a bloccare le fasce potrebbe essere davvero importante. La Lazio dipende molto dalla loro individualità. Limitarli significherebbe far perdere molto ai biancocelesti".

Si affronteranno Inzaghi e Rastelli, due tecnici giovani. Tenendo conto anche dei Montella e dei Di Francesco, questa è la dimostrazione che la scuola italiana è sempre la migliore?

"Io penso che la scuola italiana a livello di allenatori è sempre stata il top. I tecnici giovani avanzeranno sempre più. Il calcio moderno ha bisogno di una mentalità più aperta. Non siamo più nel Medioevo e anche gli allenatori più vecchi si stanno adeguando. Ad esempio, Di Francesco lo ha avuto a Lecce e ho sempre creduto che sarebbe arrivato in alto. Montella sta dimostrando grande qualità. A volte un po' in Italia ci si sottovaluta. Io, per dire, non ho capito la scelta di De Boer all'Inter. Ieri sono stati messi in evidenza i problemi di comunicazione tra la squadra e il tecnico, che non sa nemmeno la lingua I neroazzurri hanno una grande rosa, ma la società ha grandi colpe in questa storia. In questo caso è davvero mancata la programmazione. C'erano tanti allenatori italiani, come Prandelli e Pioli. I proprietari hanno cercato il nome straniero, magari per questione di marketing e merchandising. Questo è stato un gravissimo errore e ne pagano le conseguenze".

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