Protagonista di una prova non brillante nella trasferta di Bologna, ma sempre una delle colonne portanti del Cagliari, Marco Storari, è stato intervistato nel corso della trasmissione di Radiolina, "Il Cagliari in diretta".
Ecco le sue dichiarazioni:
"Devo ancora smaltire la sconfitta e quando le cose non vanno bene vorrei rigiocare subito. Dovrò anche saltare una gara ma già oggi siamo tornati in campo belli carichi
Di solito quando si è vicini all'area si tende a stare sul proprio palo. Ero convinto di prenderla ma la palla ha rimbalzato lì davanti e c'è stata la doccia fredda.
Quel rosso sbattuto in faccia ha fatto proprio male. Avrei potuto far meglio sul gol ma l'espulsione è stato un caso, non ho fatto fallo ma sono stato sbattuto fuori perchè ho preso la palla con la mano, così ha detto l'arbitro. Poi ho rivisto le immagini ma la decisione mi lascia ancora perplesso. L'arbitro ha esitato a lungo, avevo anche fatto a tempo a rilanciare il pallone.
Oggi c'è stata la ripresa. Il mister ha fatto il solito discorso ed eravamo ancora tutti arrabbiati perchè era una partita abbordabile e non abbiamo fatto quello che avremmo potuto. Se giocassimo in casa come ha giocato il Bologna, tutto lo stadio ci fischierebbe. Siamo stati un po' lenti nel creare situazioni pericolose.
Temevo che le giornate di squalifiche sarebbero state di più, però quando ho parlato con l'arbitro sono stato molto educato. Con quell'arbitro, però, non si sa mai, perchè abbiamo brutti ricordi.
Il Cagliari è stato costruito per giocare palla a terra ed esprimersi. In queste tre gare l'abbiamo fatto poco, per demerito nostro. Non riusciamo ancora a fare quello che vorremmo.
Come ho fatto a mantenere la calma quando mi hanno espulso? Qualche anno fa avrei fatto un gran casino ma so che è controproducente. L'anno scorso ho fatto 37 gare su 38, quest'anno punto a fare lo stesso, mi dispiace non esserci domenica.
Fossi stato in una grande squadra probabilmente l'arbitro ci avrebbe pensato di più prima di espellermi, soprattutto per un fallo su cui nessuno aveva le idee chiare. Gli ho detto: "Così assassinii una partita".
Io studio sempre gli arbitri e leggo le loro schede. Non ricordo niente di quei minuti, in seguito ho seguito la gara con i nostri magazzinieri. Ma anche loro vedevano che ero molto nervoso e mi sono stati alla larga.
I gol presi? Sono numeri e sono importanti, ne abbiamo presi tanti. Non bisogna farne una malattia però. Ma se prendi molti gol è necessario farne uno in più. Ci servirà lo stadio pieno, come contro la Roma.
Dobbiamo tirare fuori il carattere ed è quello che ci ha detto oggi il mister. L'ho detto domenica: non ci sono scuse ma avevamo qualche giocatore al rientro dalla nazionale e a questo dobbiamo aggiungere anche gli infortunati. Ma siamo alla terza, non è il caso di preoccuparsi.
Io la squadra la vedo tutti i giorni e non sono preoccupato. Mi dispiace solo che i risultati non combacino con quello che facciamo. La squadra è viva e possiamo stare tranquillamente in A. Quando è entrato Diego (Farias) abbiamo rischiato di pareggiare, in dieci.
Sarei potuto stare più attento nell'uscita dell'espulsione ma, se non fossi uscito, che mi avrebbero detto? Noi ci dobbiamo salvare e la mentalità è diversa da quella dell'anno scorso, per cui si doveva sempre vincere. La A è difficile ma, se affronti le gare come domenica contro il Bologna, lo è ancora di più.
Lo dimostro dallo scorso anno: chi mi conosce sa la professionalità , la serietà e l'amore che metto nel mio mestiere e ho scelto Cagliari perchè sapevo che poteva darmi tanto. Mi sono dimezzato lo stipendio, rinunciando anche un anno di contratto alla Juve. Ho sempre detto di essere romanista ma, ovunque sono andato, dimostro professionalità e amore per il mio lavoro, e la gente lo apprezza. Se il campo potesse essere aperto ai tifosi vedrebbero come lavoro. Non rinnego il passato ma non sono juventino.
Questa stagione per me è importantissima, anche perchè sono sceso in B per ritornare a giocare in A. Dò tutto me stesso e faccio il massimo per farmi trovare pronto. Questa A la sento mia e, prima della gara di Genova, ero veramente emozionato. Ho fatto per tanti anni il secondo e i miei figli mi chiedevano sempre "Papà perchè non giochi?". E questa è stata una spinta. Anche Totti è fantastico, ha la fortuna di avere il fisico che ancora regge (come me, facendo gli scongiuri). Complimenti a lui.
Bruno Alves? É una piacevole sorpresa, ha portato entusiasmo e tanti capelli (ride). É un professionista serio e si allena come un ventenne. Ha portato esperienza nel senso che è un modello da imitare per tanti ragazzi nella squadra. É un esempio positivo, è stata una scelta positiva da parte del presidente. É un campione, e un campione lo riconosci da come si allena, da come mangia, dal fatto che arriva prima degli altri per allenarsi. Tutti fanno errori di gioco, ma è normale. Non parla bene l'italiano e mi chiede sempre di parlare insieme alla squadra.
Borriello? Quello dietro le quinte non è lo stesso di cui parlano tutti. Va a letto presto la sera (da solo), si alza presto la mattina perchè è attento alla dieta e allo stile di vita. É un bel ragazzo e tutti lo dipingono come un Valentino ma in realtà è un professionista. Non a caso è stato in vacanza fino ad agosto e, da quel momento, ha sempre giocato tutte le gare. Vuol dire che, nonostante fosse senza squadra, ha fatto una vita sana e si è allenato.
Ionita? Oggi ho parlato con il dottore e l'intervento è andato bene. I tempi di recupero sembrano essere più corti di quanto previsto, colpa anche quel campaccio di Bologna.
Rastelli? Mi dispiace, è bersagliato dall'anno scorso. Sono tanti anni che gioco e non è facile risalire in un anno dalla B con così tanti nuovi innesti. Il merito per la risalita è stato di tutti ma è stato Rastelli il collante, il timone, che ci ha permesso di fare un grande campionato. Lo criticavano già l'anno scorso ma lui è un allenatore in gamba, gli manca solo un po' di esperienza e prepara le gare con molta attenzione. Spero arrivino presto i punti anche per lui.
Il fatto che molti giocatori siano arrivati all'ultimo, dopo un mese e mezzo di preparazione, non è semplice. E a noi sta capitando anche questo e per questo possono esserci anche problemi. Ma piano piano vengono risolti con il lavoro quotidiano.
La parata più importante con il Cagliari è la prossima. Per ora è quella su Dzeko contro la Roma. Metto sempre musica nello spogliatoio ma, con i risultati scarsi, si parla molto di più di quanto si ascolti musica. Isla ha portato più reggaeton. Pisacane e Borriello sono ottimi imitatori.
Rafael è una piacevole sorpresa: è arrivato in punta di piedi ed è un grande portiere. Quest'anno ha l'opportunità di giocare subito e anche due giorni fa, appena è entrato, ha fatto bene subito. Quest'anno ho convinto qualcuno a venire qua e li ho convinti della validità del progetto della società . Qui un calciatore si sente un calciatore. E se mi hanno ascoltato vuol dire che, negli anni, ho acquisito un po' di credibilità .
Barella? É un giocatore promettente, ha tutti i colpi ma, ovviamente, deve maturare. Il mister l'ha fatto giocare perchè ha talento ed è un professionista ma non dobbiamo caricarlo di troppa responsabilità . Se fossi il presidente lo terrei sempre.
Cragno? Aveva alle spalle una retrocessione e in A per i giovani c'è poco spazio, penso a Sportiello. A Donnarumma le cose stanno andando bene, invece Cragno ha avuto tanti problemi. Fossi stato in lui non sarei andato al Benevento, ma ha grandi prospettive. Dessena? Sta bene e penso che lo vedremo molto presto".

