Un anno fa sedeva sulla panchina del Cagliari. L’obiettivo la salvezza. Ed invece, per Gianfranco Zola, le cose non andarono come si sperava e ben presto dovette lasciare la guida dei rossoblù.
Sull’esperienza alla guida della compagine sarda è lo tesso Magic Box a soffermarsi, raccontandosi ai microfoni de La Gazzetta dello Sport:
"Purtroppo andò male. C’era una situazione non semplice, ero arrivato in corsa e non è mai facile, ci rimasi male non tanto per quello che poi è successo ma perché dare un aiuto alla mia squadra e alla mia terra era per me importantissimo. Dal punto di vista emozionale e affettivo era la panchina dei sogni, mi sarebbe piaciuto fosse andata diversamente".
Esiste un suo erede?
"Giovinco è uno, Giuseppe Rossi un altro. Ma quello che si avvicina maggiormente a come giocavo io è Lorenzo Insigne: magari io ero più attaccante e lui ha caratteristiche più da centrocampista, esterno o trequartista, però può davvero ricordare me".
Tra presente (Al Arabi) e futuro:
"Vediamo, ma qui mi trovo davvero bene ed è un’avventura che vorrei portare avanti. I miei allenatori di riferimento? Sempre stati Guardiola e Zeman. Allenatori top player? Non sono d’accordo: i veri top player sono sempre i giocatori. Perché se non funzionano loro non c’è mai trippa per i tecnici. Serie A o Premier? La mia famiglia vive a Londra".

