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Melchiorri: "I gol sono merito dei miei compagni. L'incontro con Riva? Che emozione!"

Il centravanti rossoblu si racconta in una lunga intervista

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Due gol (e mezzo) per la prima mini-fuga. Nel Cagliari che ha annientato lo Spezia domenica pomeriggio c'è la firma di Federico Melchiorri, sue le reti del vantaggio e del raddoppio. E se non fosse per la deviazione di Valentini, avrebbe potuto siglare anche la sua prima tripletta.

Questa sera, ospite a “Il Cagliari in diretta”, trasmissione radiofonica sulle onde di Radiolina, l'attaccante rossoblu ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

“Ultimamente stavo segnando poco, il merito non è solo mio ma anche dei miei compagni che corrono parecchio. Il primo gol a La Spezia? Ho mirato la porta, ma all'angolino qualcuno ha spinto la palla. La rete, per un attaccante, è fondamentale. Ti fa star bene, ti dà sicurezza. Ogni marcatura è bella, che sia la prima o la quarta ha lo stesso valore. Avrei voluto far segnare Giannetti, per lui il gol dell'ex era importante.

La passione per il calcio? Ho incominciato da piccolissimo, sempre con i più grandi, della mia età non c'erano bambini. Dopo la piscina, ho iniziato in porta poi mi hanno spostato in avanti, correvo e non passavo la palla e quindi sono arrivato in attacco. La mia prima squadra è stata il Tolentino, anche dopo l'operazione sempre da lì: mi ha lanciato due volte. Per la corsa non faccio allenamenti in più, mi basta quello con il preparatore atletico. Se non corro, se non entro dentro la partita, perdo la concentrazione e non sto bene. Naturalmente, altri giocatori non sono al centro del gioco, ma con una giocata fanno un grande gol.

La concentrazione prepartita? Non ascolto musica. Mi è passata anche l'ansia rispetto agli anni passati, non so a quali motivi fosse dovuta. Ora cerco di non pensare alla partita, chiacchiero molto. La notizia del trasferimento al Cagliari? Ho chiesto subito aiuto ad Aresti, un caro amico ed ex compagno a Pescara. Mi ha consigliato la zona nella quale abitare e i ristoranti. Pescara? E' stata una bella annata, peccato sia finita non in modo piacevole. In campionato, all'Adriatico, ho sbagliato panchina: che gaffe! Fino a pochi mesi prima mi sedevo li, mi ha fregato questo. 

La città di Cagliari mi piace tanto, sto molto bene. Il sole a novembre inoltrato è tanta roba, mai vissuto in una realtà così. Perché il Cagliari in Serie B? Ho rifiutato squadre come il Carpi, ma con tutto il rispetto non hanno una storia come la nostra. Se tutto andrà bene, l'anno prossimo, giocherò in Serie A. I tifosi? Dovunque andiamo, troviamo un fan club. Non ho mai visto una cosa del genere. Qui c'è una tranquillità e serenità che da altre parti non puoi avere. L'importante è non accontentarsi mai e avere una mentalità vincente, che ho subito notato nel nostro gruppo.  

Derby con l'Ascoli? Si dai, è l'unica squadra marchigiana in Serie B. Magari segnare, magari una tripletta. Però l'importante è la vittoria, dobbiamo mantenere la vetta e aumentare il vantaggio sulle concorrenti. L'Ascoli l'ho seguita sin da piccolo, ma per me le partite sono tutte uguali: dobbiamo conquistare i tre punti. Incontrare Gigi Riva? Non ho avuto parole, ero più emozionato dei tifosi. Non l'avevo mai visto, mi ha dato qualche consiglio. Di fronte a lui mi sono intimidito, mi sono bloccato. 

Nel 2010, durante una partita, ho preso un calcio in testa che mi ha stordito un po'. Ho fatto dei controlli per conto mio, mi è stato riscontrato un problema al cervello. Ho deciso di smettere, non mi piaceva quel campionato di Serie C, non mi sentivo adatto. Ho incominciato l'università, poi il calcio mi ha attirato di nuovo. Sono ripartito dalla Seconda Categoria, poi è arrivata l'offerta del Tolentino e ho accettato. 

Il numero di reti? Non faccio previsioni. Capitano annate che possono andare storte oppure no, ma metterò tutto l'impegno per farne il più possibile.

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