Tanti anni nel Cagliari, dalle giovanili alla massima serie: Andrea Capone, intervistato ai microfoni del sito di Gianluca Di Marzio, parla dei suoi anni in rossoblù, del presente e del suo futuro.
Ecco le due dichiarazioni.
Sui suoi anni nel Cagliari:
"La maglia rossoblù è come una seconda pelle. Ho cominciato a 10 anni e poi sono riuscito, dopo aver fatto tutta la trafila, a giocare con il Cagliari in A. Penso che per un cagliaritano, tifoso come me, sia il massimo. Rimarrà sempre un grandissimo vanto e sono molto orgoglioso di quello che ho fatto con questa maglia. Gol? Il primo non si scorda mai, è stato a Cosenza. Tra i più importanti quello con la Sampdoria, segnata a Tempio. Ma anche la rete segnata al Milan mi è rimasta dentro: è forse quella che ricordo con più piacere".
Sul rapporto con il suo compagno di reparto/amico, David Suazo:
"David per me è come un fratello. Negli anni si è instaurato un ottimo rapporto tra di noi ed è l'unico giocatore che vedo e che sento spesso. La nostra amicizia ci ha aiutato anche sul campo, senza dubbio. Il Cagliari è un club solido, con una struttura societaria forte. Per quanto riguarda la rosa hanno fatto tanti cambiamenti, allenatore compreso. E' una squadra quadrata, con calciatori di qualità e penso che se troveranno il giusto mix tra i risultati in trasferta e quelli in casa non ci saranno problemi a risalire in A. Io poi sono un tifoso di Marco Sau, lo conosco da quando era un ragazzino e penso che la promozione passi necessariamente dai suoi gol".
Sul suo periodo a Vicenza:
"Ho avuto la possibilità di giocare al Celtic Glasgow... Alla fine, però, ero l'unico a ignorare che quello con loro fosse soltanto un provino (n.d.r. ride). Fu una situazione piuttosto strana, perché io ero andato lì convito di firmare il contratto. Invece mi sono trovato a fare due settimane di allenamenti. A quel punto, appena si è prospettata la possibilità di tornare in Italia, ho accettato l'offerta del Vicenza. In veneto ho passato un periodo felice. La società era ambiziosa e aveva appena costruito un centro sportivo bellissimo. I risultati, purtroppo, non rispecchiarono quell'ambizione. Però ho dei bellissimi ricordi e ho conosciuto delle persone fantastiche sia tra i compagni che all'interno della società. Oggi il Vicenza è una buona squadra con esterni offensivi molto bravi, in particolare Stefano Giacomelli: ha un passo in più rispetto agli altri".
Sul suo talento, non sempre espresso al massimo:
"Ci sono state alcune scelte sbagliate e poi in Serie A devi avere una costanza di rendimento che purtroppo a me è mancata. E' forse questo uno dei principali problemi che ho avuto. Poi ci sono stati vari infortuni e diverse altre situazioni che mi hanno limitato. Futuro? Al momento, dopo tanti anni in campo, mi piace guardare il calcio da osservatore esterno. Però ho un mio progetto e sto cercando di perfezionarlo in modo che corrisponda pienamente alla mie idee".

