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Rastelli: “Il campo dirà se siamo i più forti. Crotone? Nessun alibi, non possiamo permettercelo”

L'allenatore del Cagliari, nell'antivigilia della gara di lunedì, ha parlato ai microfoni del Corriere dello Sport

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Ciak, si gira! Lunedì, alle ore 20.30, al Sant'Elia, il Cagliari girerà la prima scena della nuova stagione in Serie B. L'antagonista dei rossoblu, come all'esordio nella stagione 2000-2001, sarà il Crotone. I pitagorici, al loro dodicesimo anno nella cadetteria, proveranno a ribaltare il pronostico.

A due giorni dalla sfida contro la formazione guidata da Ivan Juric, Massimo Rastelli è stato intervistato dai colleghi del Corriere dello Sport. “Rappresentiamo un popolo e una regione, i giocatori dovranno capire questo. A loro chiedo di capire che questa squadra non è come le altre”, così esordisce il tecnico del Cagliari.

Sull'approdo nel club di Tommaso Giulini, spiega:

“Il Cagliari, per la Serie B, è il top. Se non mi fosse arrivata la chiamata non avrai mai abbandonato l'Avellino, visto che non ci sarebbe stato un motivo per farlo. Con il presidente e successivamente con il direttore sportivo Capozucca, c'è stata subito sintonia”.

Il torneo cadetto, come conferma Rastelli, è “una lotta durissima. Avellino, Bari, Cesena, Perugia, Pescara, Salernitana e Spezia hanno tutte le carte in regola per conquistare i primi due posti per la promozione diretta, ma attenzione alle possibili sorprese”.

Gli occhi sono puntati sul Cagliari, a detta di tutti la favorita numero uno. Ma l'ex allenatore dell'Avellino, conoscitore della categoria, commenta:

“Non c'è niente di facile, soo il campo ci dirà se siamo i più forti o meno. Può essere difficile per un giocatore arrivato dalla Serie A calarsi nella realtà della B. Tutti vorranno batterci, azzannandoci le caviglie e con la puzza sotto il naso”.

Sul primo impegno col Crotone, nel quale saranno diversi gli indisponibili, Rastelli si esprime così: “Non possiamo permetterci di avere alibi. Giocheremo al massimo, consapevoli che in campo scenderanno ottimi giocatori”.

E infine: “Sogno un'esperienza come quella dei manager stranieri, che duri per decenni”.

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