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Cellino: "Diego è come un figlio. Per salvare il Cagliari ho dovuto cacciarlo"

L'ex patron rossoblù ai microfoni del Corriere di Bologna

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Presidente Cellino ha 5 minuti per parlare di… Ci interrompe.

"Non vorrei fare interviste in Italia, come può aver visto non ne faccio da tempo…".

Guardi che l’argomento sarebbe Diego Lopez.

"Lopez è come un figlio, in tutti questi anni mi ha fatto gioire e soffrire, per lui posso fare anche uno strappo alla regola. Come si sta comportando a Bologna? Non ditemi che sta sbagliando di nuovo per la sua testardaggine…".

Perché pensa questo? E qua comincia un autentico monologo, Cellino diventa straripante, è impossibile anche intervenire.

"Diego è un testardo, è l’uomo più testone che abbia mai conosciuto in vita mia, ha la testa di granito. Pensi che voleva smettere di giocare a trent’anni, sono stato io quasi a ordinargli di continuare, facendogli capire che i soldi veri li guadagnava con il calcio. Gli ultimi sei anni ha firmato sempre contratti annuali. A un certo punto ha deciso di andare in Uruguay per farsi portare via un menisco, gli dicevo: non puoi operarti in Italia? Guarda che in Italia i chirurghi sono più bravi che in Uruguay. Niente, è andato in Uruguay e così ha dovuto smettere di giocare due anni prima del tempo, perché fino a 38 anni poteva arrivarci tranquillamente. Poi vi dico anche che non voleva fare l’allenatore, ancora una volta ho dovuto violentarlo per convincerlo, anche se è stato un anno in giro e ha preso il patentino con un anno di ritardo. Gli ho dato la Primavera ma poco dopo gli ho consegnato la prima squadra. Non mi sembrava del tutto sereno, allora l’ho rassicurato dicendogli che non ero un pazzo e che se lui non era meglio degli altri, di sicuro non era neanche peggio".

"Ha fatto bene per un po’ di tempo, poi è tornata fuori la sua testardaggine. Gli dicevo: guarda che Cossu e Conti sono figli miei come lo sei tu, hanno fatto entrambi le fortune del Cagliari ma ora non ce la fanno più a giocare 90 minuti, tu devi essere bravo a gestirli sul piano fisico, devi farli giocare meno. Anche perché facendoli giocare sempre offendi quelli che stanno fisicamente meglio di loro. E lui invece cosa ha fatto? Testardo più del granito ha continuato a farli giocare tutta la partita e tutte le partite. Così ho dovuto mandarlo via mettendo al suo posto Pulga, che non è bravo quanto Lopez ma è più elastico di Lopez. E Pulga ha salvato il Cagliari. Con il tempo ho capito che se non avessi esonerato Lopez, il Cagliari sarebbe retrocesso, perché ormai Diego aveva imboccato una strada senza uscita proprio per la sua testa dura. Mi è costato esonerarlo, è stato un trauma per me, è come se avessi cacciato mio figlio da casa, ma non potevo fare altro, dovevo farlo per il Cagliari e Cagliari. Non mi pento di avergli dato la panchina del Cagliari ma non mi pento neanche di avergliela tolta".

"La testardaggine è un difetto che limiterà la sua carriera se Diego non la vincerà, Lopez prepara bene le partite come nessun altro, conosce tutti i sistemi di gioco, poi è anche una grande persona, ma la testardaggine è più forte di lui, a volte uno pensa che faccia certe scelte addirittura apposta, anche perché più che glielo fai notare e più le fa. Lopez deve cercare di capire che a volte è opportuno anche ascoltare il pensiero degli altri, chi gli dà consigli non solo per il suo bene, ma anche per il bene della squadra, della società e dei tifosi".

"La sua brutta copia è Arrigoni, anche lui è altrettanto cocciuto come un animale ma non ha lo spessore e le qualità di Diego. Io li ho avuti tutti e due e posso parlare di entrambi con cognizione di causa. Come a Diego, anche ad Arrigoni non potevi dire niente, tanto era tempo perso, ti ascoltava, ti ascoltava e poi faceva sempre di testa sua. E sbagliava, si intende. Ma sai, di Arrigoni mi interessava fino a un certo punto, Diego invece era tutta un’altra storia, perché io ho sempre considerato Diego una mia creatura. Il rapporto che ho avuto con Lopez non si può definire con lo parole, Diego è stato il mio Cagliari, ecco perché con lui mi sono arrabbiato di brutto, ecco perché in certi momenti avrei voluto prenderlo a calci per la sua cocciutaggine".

"È un peccato, è uno spreco che Lopez abbia questa testa di granito, e se farà il testardo anche a Bologna rischierà di non far salire il Bologna in serie A. E il Bologna non meriterebbe di essere beffato una seconda volta, senza considerare la vergogna del Parma, che sarebbe dovuto retrocedere già lo scorso campionato. Dopo la scelta devastante di Ballardini che ha massacrato il Bologna, ora non ci si metta anche Lopez a rendergli la vita difficile». «A questo punto Diego deve dimostrare di essere cresciuto, altrimenti lui non avrà un futuro come allenatore. Diego deve essere responsabile di quello che fa e deve ascoltare chi è in grado di aiutarlo, perché i suoi errori non li pagherebbe solo lui, li pagherebbero la proprietà che ha investito 40 milioni, la società, la squadra e anche Bologna, e questo non sarebbe giusto".

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