Nelson Abeijon, bandiera del Cagliari, è stato ospite - collegato da Montevideo in Uruguay - della trasmissione di Videolina "Il Cagliari in Diretta", dove ha parlato della stagione dei rossoblu, dei suoi colleghi uruguagi Godin e Nandez e dei ricordi da calciatore con la maglia dei quattro mori.
Ecco le sue dichiarazioni:
"Il Cagliari? Quest'anno ho seguito poco il Cagliari, ma ho saputo della gara contro Il Torino. È una grandissima squadra, mi dispiace che non sia venuto Nainggolan, sarebbe stato il più forte della squadra. Con Godin la difesa si è messa a posto.
Che stagione mi aspetto? Di Francesco per me è un grandissimo allenatore, il Cagliari sta puntando in alto con i giocatori che ha preso e quelli che ha trattenuto. Spero che faccia un bel campionato.
Per me è un orgoglio vedere che continuano ad arrivare uruguagi a Cagliari. Per noi uruguaiani dimostra che abbiamo fatto bene in Sardegna. Nandez e Godin possono giocare in qualsiasi squadra del mondo, sono due giocatori di livello internazionale. Oliva è per il futuro. Pereiro ha più esperienza.
Io e Lopez? Noi eravamo giocatori della Nazionale, ma siamo diversi dai calciatori di adesso. Il Cagliari sta cambiando, sta crescendo il settore giovanile con Conti e Agostini. Lopez è stato uno dei milgiri difensori con cui ho giocato, è stato un grandissimo giocatore. Godin è il capitano storico dell'Uruguay. Per me ha fatto una grandissima scelta nel venire a Cagliari, una scelta di vita e di crescita.
Perché amo Cagliari? Lo amo e basta. Dopo il Nacional e la maglia della Nazionale quella rossoblu è la maglia che sento di più. A Cagliari mi sento un sardo, lì mi vogliono più bene che in Uruguay. Ho giocato otto anni A Cagliari, non sono andato lì per soldi, prima devi sentire la maglia e poi viene tutto il resto. Non ho mai pianto così tanto quando me ne sono andato via da Cagliari, quando Cellino mi disse che Ventura non mi voleva più. Quando mi chiesero di tornare volevo partire subito, non mi importava nulla di quanto mi davano. La vita non sono i soldi, la vita è un posto in cui ti devi sentire bene.
Zola e Festa sono sono stati due esempi per me, il campionato della risalita dalla B alla A è stato bellissimo. Mi sentivo un tifoso quando giocavo per il Cagliari, come Andrea Cossu. Zola è il più forte calciatore con cui ho giocato".

