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Carli: "Nainggolan e Pellegrini hanno voluto il Cagliari, non avremo problemi"

"Non so ancora cosa faremo sul mercato"

La Redazione
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Marcello Carli, DS del Cagliari, è intervenuto ai microfoni di TMW Radio, nel corso della trasmissione 'Stadio Aperto', parlando della ripartenza del campionato e del nodo riguardante i prestiti dei calciatori.

Ecco le sue parole, così come riportate da TMW:

"Come ho vissuto lo stop? Per tutti noi è stata una cosa devastante, al di là di allenatore, presidente e me stesso, che sono dovuto stare più di un mese qua in Sardegna, e forse sulla sicurezza sono stato fortunato, ma lontano dalla mia famiglia. Anche i ragazzi, senza le loro fidanzate... Questa cosa ci ha sconvolto e deve farci migliorare in ogni atteggiamento. Io so di essere tra i fortunati, e lo sono anche stavolta, perché c'è chi ha vissuto momenti drammatici, perdendo persone care rimaste da sole in ospedale. Purtroppo è successo, ora rivediamo la luce e godiamocela.

Cosa mi aspetto dal finale di stagione? Questo sarà un altro campionato, il primo è durato venticinque partite, ora si ricomincia tutti da zero. Tra dieci giorni inizierà questa nuova cosa per tutti, e ci mette alla pari. Andiamo a giocare ogni tre giorni, e per me e le squadre medio-piccole è un aspetto nuovo, ci vorrà grande determinazione: sarà difficile allenarsi, giocheremo molto e ci sarà da recuperare. Ai ragazzi ho spiegato che anche chi aveva fatto meno bene può cambiare tutto in queste ultime dodici partite. Credo ci saranno grandissime sorprese, e specialmente nelle prime partite ci saranno risultati inaspettati.

I problemi del Cagliari da novembre in poi? Mi sono fatto tante domande, io poi faccio questo lavoro temendo sempre di sbagliare molto: non penso mai in positivo, ma mi sento addosso le responsabilità totali. Mi sono dato anche delle risposte personali, due-tre partite ci hanno condizionato e fatto vivere con troppa esasperazione emotiva il fatto di voler fare un campionato straordinario, sopra tutti. Penso ad esempio alla Lazio e alla rimonta subita: non è una colpa, ma ci ha tolto un po' di passione. Non abbiamo avuto una grandissima reazione, e questo è quanto. Serve trovare la leggerezza cercando di scrivere una bella pagina per questo club. Tra centenario e cinquantesimo dello Scudetto avevamo talmente tanta voglia che qualche risultato in meno ha portato a questo.

Maran e Zenga? Per noi Maran è stato e rimarrà importantissimo, ci ha dato tanto: professionalità e modo di lavorare, già dall'anno scorso. Ha qualità morali, ma anche tecniche: è la prima volta che cambio allenatore così, e mi è dispiaciuto tantissimo. Una scelta difficilissima, dolorosa e presa assieme al presidente: lo stimo e risentirlo mi fa star male, ma dovevamo dare una scossa. Quindi abbiamo visto in Walter (Zenga, ndr) come uno capace di dare la svolta, ha avuto meno di quanto avrebbe potuto. A volte ha avuto atteggiamenti un po' leggeri, ma ha girato il mondo e fatto un grande lavoro in altre esperienze. Se farà bene in questa seconda parte, nel campionato nuovo, si può giocare il grande rilancio della sua carriera, e noi da lui ci aspettiamo che veda queste partite con enorme determinazione e gioia di giocarle: gli si può aprire un mondo.

Nainggolan? Giocatore forte e ragazzo di livello, a noi non ha creato mezzo problema. Lui è generoso e si dà a tutti, non chiude la porta. Purtroppo non si rende conto che dando ascolto e confidenza a tutti, ciò che dice viene riportato in ogni singola parola. Questa è una cosa che mi fa anche un po' incazzare: è attaccato al Cagliari, nella testa ha di finire bene queste partite. Poi ha un contratto con l'Inter e farà la sua strada, vedranno cosa fare. Adesso però pensa solamente al Cagliari, ma non so ancora dirvi cosa potrebbe succedere. Ora tra l'altro ha un piccolo problemino al polpaccio e non so se ci sarà subito. Comunque vada ci sente in maniera forte per questa piazza, e siamo molto felici di lui. A volte viene strumentalizzato: basta dica una cosa e subito tutti a scrivere che vuole tornare alla Roma. Si vedrà quando finirà il campionato: sicuramente il ragazzo è dell'Inter, dipende da cosa riterranno sarà meglio. Noi direttori abbiamo parlato persino troppo del Coronavirus, attaccando persino Spadafora in modo gratuito: eppure lui ha fatto ciò che serviva, secondo me ha agito bene, e ora si può ricominciare. Ora però il vero problema è sui prestiti e nuovi contratti.

Regole chiare nel mercato? Non si può ripartire senza avere delle regole chiare su questo. Ho preso Nainggolan, ho fatto un investimento importante, e per trentotto partite, non venticinque. Idem Pellegrini, lo valorizziamo per la Juventus e poi magari dopo il 30 giugno non potrà giocare. Non si può far finta di niente su queste cose.

Indicazioni dall'assemblea di domani? Ci sono squadre con otto-nove prestiti, e non è giusto: fino al 31 agosto deve andare tutto in automatico, non si può operare diversamente o si rischia di falsare il campionato. Non è giusto e sarebbe una follia, si va ad inficiare la parte più bella di questo sport, che non sarebbe più vero.

Ne abbiamo parlato con i giocatori interessati? Ma noi non abbiamo di questi problemi, Nainggolan ha voluto il Cagliari, idem Pellegrini ha solo vantaggi a rimanere. Ma ci sono altre realtà, penso che ne so a Lecce, Genoa o chi per loro, che possono andare in difficoltà. Altrimenti si dà la possibilità di fare il mercato: non si può cambiare le rose delle squadre a tredici partite dalla fine. Già la questione dei pre-contratti è discutibile, ma il mercato ripartirà, magari all'inizio sarà un po' meno ricco, ma non credo neanche troppo. Per me per ora però il mercato è ancora lontano, contano più i prossimi allenamenti.

Ripartiremo dal blocco di giocatori di proprietà? Ci sono ragazzi, Rog, Nandez, Simeone, Joao Pedro, che sono tutti di proprietà del Cagliari, e questa è una cosa importantissima. Siamo riusciti a reinvestire tutto sul mercato dalla vendita storica di Barella. Rog ha grandi margini di crescita, Nandez è arrivato in Italia dopo aver fatto un giorno di ferie... Vogliamo essere seri, con i conti a posto. Non so ancora cosa faremo sul mercato, davvero. Per portare via qualcuno di questi ci vorranno offerte importanti, e l'abbiamo dimostrato anche con Barella. Se venderemo, sarà per crescere".

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