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Tardelli: "Ripresa calcio? Se non si riparte, grosse perdite per tanti"

"Vanno aiutate anche le categorie "invisibili""

La Redazione
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Marco Tardelli, noto ex giocatore e campione del mondo nell'82 con la Nazionale, è stato intervistato in esclusiva ai microfoni di TMW, dove ha detto la sua sulla situazione attuale del calcio italiano.

Ecco le sue dichiarazioni:

Crisi calcio italiano? Da questa situazione che nasce in un momento delicato e particolare, dovremmo ripartire tutti con la giusta testa, anche se in questo momento si fa fatica perché tutti provano a fare cose che non stanno bene ad altri, non c'è unità: dovrebbero invece mettersi tutti intorno a un tavolo e provare a sviluppare un sistema calcio, per poi avanzare richieste comuni anche al Governo, che sotto questo aspetto mi sembra un po' in confusione.

Probabilmente il ministro Spadafora avverte anche delle pressioni per quello che succede all'estero, dove ci sono ripartenze già pianificate: in tal senso la Germania sta dando una grossa spinta.

Ma sia chiara una cosa: i rischi ci sono e saranno spazzati via solo dal vaccino, per il quale servirà molto tempo, ma se non ripartiremo, ci saranno grosse perdite per tanti.

AIC? Non ho mai sentito il pensiero di giocatori o allenatori, nessuno si è mai sbilanciato. Però credo che in generale i calciatori, figure poco ascoltate, dovrebbero sapere bene cosa proporre, conoscere meglio il proprio sindacato.

Ma alle volte, e lo dico per esperienza, quando si gioca non si presta vera attenzione a tante tematiche che toccano poi il futuro: si dovrebbe invece star più attenti ai propri interessi.Si fa fatica ad accettare ciò perché si tende solo a vedere la Serie A.

Molte persone, invece, dovrebbero trovarsi nel mondo del calcio minore, dove ci sono poche certezze per la tutela di tanti dipendenti, dove tanti club falliscono: queste sono le situazioni che non dovremmo più vedere, perché nel calcio lavorano tante persone. Vanno tutelati anche gli invisibili".

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