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Giulini: “Se possibile terminare il campionato, ma in totale sicurezza”

"Viviamo un momento straziante"

La Redazione
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Il Presidente del Cagliari Tommaso Giulini questa sera è stato ospite (in videoconferenza da Asseminello) della trasmissione Monitor, in onda su Videolina, dove ha parlato dei possibili scenari che potrebbero riguardare la stagione rossoblu e delle possibilità di tornare a giocare, collegate all'emergenza Covid-19 che ha bloccato il nostro calcio.

Ecco le sue dichiarazioni:

"Come stiamo vivendo questo periodo? Io sto bene, sono un privilegiato, sono con la mia famiglia e sono molto fortunato. Mi divido tra Macchiareddu e Asseminello durante la settimana. È una situazione straziante, non si può parlare di calcio con questa emergenza sanitaria in corso. I ragazzi stanno bene e sono a casa.

Si può ripartire? Innanzitutto credo che ci sono state troppe dichiarazioni fuori luogo, il calcio ha ancora dato una pessima immagine di sé. Non so se si possa ripartire. Qualora non si proseguirà il campionato dovremo fare un'impresa titanica per riprogrammare il tutto, mentre il vantaggio di finire eviterebbe tanti ricorsi e polemiche.

Tuttavia, si dovrà ripartire a porte chiuse, ci saranno dei rischi, si faranno dei protocolli di massima sicurezza. Il Cagliari poi rischierebbe di portare il Coronavirus in Sardegna se non ci fossero le condizioni più sicure. Molti adesso pensano ai loro interessi, conta solo l'opinione dei tifosi. Vorrei che venisse fatto un sondaggio tra i tifosi del Cagliari, bisogna chiedere a loro se hanno ancora voglia di guardare le partite o se è meglio finirla qui.

Il danno economico finale? Difficile da dirsi. Noto un grande senso di responsabilità, tantissimi nostri tesserati hanno dato grande disponibilità e senso di appartenenza al club con la rinuncia alla mensilità, coprendo una parte della perdita, che però non copre il buco per i diritti televisivi, che sarà molto difficile da affrontare.

Spostare le 4 mensilità come la juve? La Juventus è una società quotata in borsa, qualora non si dovesse ripartire vedremo in futuro cosa fare con le mensilità.

Le nazionali devono essere l'ultimo dei problemi. Ora devono ripartire i club, le aziende, i fornitori. Bisogna capire come riprogrammare questa stagione e come programmare la prossima, spero che tanti nostri giocatori capiscano che i club sono in difficoltà, non le nazionali. È importante avere rispetto del loro datore di lavoro in questo momento.

Seguire il modello Premier di giocare ad agosto ogni tre giorni? In Inghilterra hanno preso la cosa alla leggera, è un po' prematuro dare date certe. Probabilmente loro stanno già portando avanti dei protocolli sicuri, hanno delle sicurezze che noi non abbiamo. Non credo che il calcio italiano abbia una certezza su quando si possa ripartire.

Mercato? Sarà un mercato molto più povero, fatto di scambi, per club come il nostro sarà un mercato molto complicato dove le valutazioni caleranno. Sarà un mercato per costruire una squadra che l'anno prossimo possa fare una bella figura.

Permanenza Nainggolan? Se ci saranno le condizioni. È una trattativa complicatissima, se lui volesse rimanere potremmo imbastirla, ma con la situazione di adesso non posso promettere che rimanga.

I festeggiamenti per lo scudetto saranno cancellati visto che dovevano tenersi ad aprile. Per fine maggio avevamo previsto un'amichevole tra le vecchie glorie del Cagliari e quelle della Nazionale per festeggiare il Centenario. La vedo molto complicata, è difficile che a fine maggio si possa riempire uno stadio.

Stadio? A fronte di questa situazione mi sento di dire che non si proseguirà con l'acquisizione degli spazi commerciali, il Comune e Solinas sono d'accordo. Adesso bisogna sostenere i nostri commercianti e le nostre piccole imprese, mi auguro che in tempi brevi Regione e Sindaco ci diano la possibilità di avere un piano economico equilibrato, per poter progettare lo stadio e basta. È uno stadio in concessione, non è di proprietà, siamo nella mani della pubblica amministrazione.

È il momento di non pensare solo ai bollettini, che sono scoraggianti, ma bisogna guardare anche a una ripresa. È importante stare a casa, chi non ci rimane non ha capito nulla. Da aprile sarebbe meglio iniziare ad avere delle strategie chiare per ripartire. La Sardegna dovrà incentivare i prodotti locali e importare il meno possibile".​

 

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