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Cragno: "A Cagliari nascerà mia figlia, rapporto speciale con la Sardegna"

"Miglior portiere in Europa per media voto? Fa piacere"

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Alessio Cragno, portiere del Cagliari, ha rilasciato una lunga intervista a 21be_agency in cui si è raccontato spaziando attraverso numerosi temi, dalla sua vita da calciatore professionista fino agli aspetti più intimi e personali.

Ecco le sue parole:

“Miglior portiere d’Europa per media voto? È un riconoscimento importante perché significa che il lavoro fatto è stato apprezzato. Fa piacere, poi non so se sono realmente a quei livelli là, però già essere in una sola di queste formazioni fa piacere.

Attacco Ronaldo-Mbappé? Dovremmo salvarci dai (ride n.d.r.).

Unico italiano in formazione con due Serie A come Gomez e Ronaldo? Come ho detto fa piacere, è un onore essere assieme a giocatori di quel calibro.

In cosa sono migliorato? Penso che il fattore che mi fa più felice sia la continuità di prestazioni, non parlo della bella parata o chissà cosa. Il portiere bravo è quello che commette meno errori.

La stagione? Penso che siamo stati anche un po' sfortunati, dopo la sosta abbiamo avuto tantissimi infortuni che non solo non ti permettono di andare in campo ma danneggiano anche l’allenamento. Ci siamo ritrovati in 18/19 con 4 portieri in rosa, fai fatica anche a fare la partita a fine allenamento. Ha coinciso con il periodo negativo dei risultati. Invece poi quando hanno cominciato a rientrare tutti anche i risultati sono tornati.

La Sardegna? Qui non ci si può lamentare, fa caldo quasi tutto l'anno. Io sono uno che si abitua in fretta alle nuove città come quando mi sono spostato da Lanciano a Benevento. Poi qui ho un legame un po' più particolare e speciale perché fra 15 giorni mi sposo (oggi n.d.r.) con una ragazza che è di Cagliari, aspetto una bambina che nascerà a Cagliari, c'è un rapporto più particolare e speciale.

Amante della trilogia di Follet? Sì ma ti rivelo un segreto, non l’ho finita. Sono rimasto a metà del terzo libro e ora dovrei ricominciare, almeno il terzo. Sono un lettore? Non leggo sempre, ma quando leggo e il libro mi piace mi ci butto a capofitto.

La mia biografia? No non penso di avere le capacità (ride n.d.r.).

Hobby? Passeggiare, guardare serie TV, giocare con la PlayStation, ultimamente sto giocando a Fifa.

La prima volta che sono stato inserito su Fifa? Ero a Brescia, è stato bello ma ero inutilizzabile (ride n.d.r.).

Il Cagliari? Sì ogni tanto lo utilizzo, io gioco sempre!

Mi sento pronto per  matrimonio e figli? Sono emozionato e felice, essere pronto non so, lo scopriremo. Forse non ho ancora realizzato la cosa, finché non ti ci trovi non sai come potrebbe essere. C’è la curiosità di viverlo.

La proposta a New York e il matrimonio in Sardegna? Pensavo a un bel posto per fare la proposta, sapevo che il sogno di Silvia era vedere New York e quindi ho unito le due cose. Poi ci sposiamo a Cagliari un po' per il legame con la terra e un po' perché Cagliari a Giugno ha il suo fascino.

Che legame ho con Firenze e la Toscana? Bello perché è casa mia, ho quasi tutti i miei amici là. Mi dicono spesso che non ho l’accento toscano ma è perché devo sentirlo, così riesco ad assorbirlo.

Mio fratello? Ogni tanto vado a vederlo giocare  ma essendo le partite lo stesso giorno è difficile. Ogni tanto parliamo, mi chiede dei consigli, è un ragazzo intelligente è sa già quello che deve fare.

Gli inizi da attaccante? La mia carriera in attacco è durata una settimana, alla prima partita è mancato il portiere, ero l’ultimo arrivato e mi hanno messo lì. Non mi sono mai pentito perché mi divertivo. Forse una volta quando sono andato a giocare con una delle squadre più forti di Firenze: non arrivavano tiri e mi annoiavo. Per il resto mai perché mi piace e mi da soddisfazione vedere che riesco a farlo bene.

Ispirazioni in Serie A? Szczesny, Alisson l’anno scorso, Handanovic, lo stesso Sirigu. I portieri che hanno fatto e continuano a fare benissimo nella loro carriera sono di ispirazione per me.

Studiarli? Sì ma fino ad un certo punto perché poi alla fine ognuno ha le proprie caratteristiche: chi ha più forza, chi più reattività, non si può replicare il modo esatto di parare.

Studiare gli attaccanti? Sì come tutti, ma anche i difensori quando attaccano, così quando arriva la partita sai più o meno cosa potrebbe succedere. Poi c’è sempre qualcosa di imprevedibile ma essere preparato ti aiuta.

Giocatori difficili da affrontare? Ronaldo, Higuain, Icardi ecc. Giocatori che magari per 80 minuti non fanno niente e poi con mezza azione ti fanno male. Bisogna stare sempre sul pezzo, vale per chiunque perché basta poco a fare la differenza tra un gol subito e un gol salvato.

Scaramanzia? È come la beneficenza, si fa ma non si dice. A Benevento è stato un anno particolare, ero in un gruppo di toscani e abbiamo creato certi riti che ci siamo portati fino alla promozione in A.

Un amico nel calcio? Ma io penso che proprio quell’anno lì a Benevento si sia creato qualcosa di speciale. Eravamo tutti i giorni insieme e questo ha fatto sì che si creasse un legame che va avanti ancora.

La Nazionale? Il clima è incredibile, ti ritrovi a far parte della squadra che hai sempre sognato fin da bambino. Mi sono ambientato subito perché i big ti fanno sentire a tuo agio dal primo momento. Molti inoltre li conoscevo già dai tempi delle selezioni under.

I portieri azzurri? Mi trovo benissimo, conoscevo già Donnarumma e Perin, quest‘ultimo incontrato a Villa Stuart, mente Sirigu è un ragazzo d’oro. E' stato facile.

Buffon? Purtroppo non mi sono mai allenato con lui, ho due sue magliette a casa di cui sono gelosissimo. Questo mi dispiace veramente perché dicono che si impari solo guardandolo.
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Maglie? Non sono appassionato, ho le maglie dei portieri più famosi contro cui ho giocato”.

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