Simone Padoin ha preso parte alla trasmissione radiofonica "Il Cagliari in diretta" toccando numerosi temi.
Ecco le dichiarazioni del giocatore, riportate dal sito ufficiale della società rossoblù:
"Indossare la maglia del Cagliari ha un grande significato. Si sente che è una maglia pesante, importante per tutto un popolo.
Maran? Ci ha fatto subito capire il suo credo calcistico. La sua fama lo aveva preceduto, ma si può dire che è stato una lieta sorpresa: è una persona diretta, con noi parla tanto, scherza. Inoltre, è seguito da uno staff capace formato da professionisti di grandissimo livello che lavorano in totale sinergia.
Barella e Pavoletti? Nicolò negli ultimi due anni e mezzo ha avuto una crescita continua e mi ha sorpreso. Si vedeva subito comunque che avrebbe avuto un grande futuro, per me oggi è tra i primi due-tre migliori centrocampisti italiani. Pavoletti l'anno scorso ha fatto molti gol ma in questa stagione basta lanciargli la palla, fa la lotta con i difensori, sa tenerla: ci sta dando una grossa mano.
La tifoseria? Ho sempre sentito il loro calore, sono stato accolto benissimo, poi sapevo che stava a me dimostrare qualcosa per poter entrare nel loro cuore. I tifosi apprezzano quando vedono che stai dando tutto te stesso, mettendoci grinta e determinazione. Sono regole di comportamento valide nella vita di tutti i giorni e che cerco di trasmettere anche ai miei figli.
Il Torino? La classifica è corta, con una vittoria sui granata ci avvicineremmo a posizioni di classifica interessanti, fermo restando che il campionato è lunghissimo e possono cambiare tante cose. Affrontiamo una squadra che finora non ha avuto molta continuità di rendimento ma che dispone di tanti giocatori di qualità. Questa partita è uno step per dirci a che punto siamo: ci siamo allenati bene durante questa sosta, ricaricando le pile per prepararci alla maratona di otto partite, Coppa compresa, che ci aspetta da qui alla fine dell'anno.
Il futuro? A fine carriera mi piacerebbe diventare allenatore, partendo magari dai ragazzi, chissà, potrei anche specializzarmi come tecnico delle giovanili. La cosa più importante è entrare in sintonia con i propri giocatori, il resto viene da sé".
